Truppe russe nel Donbass per “il mantenimento della pace”. Kiev: “Violati nostri confini, non cederemo niente”

Secondo le stime, la supremazia militare russa è di un rapporto di sei a uno rispetto alle truppe di Kiev.

Kiev dal canto suo chiede che Putin “cancelli il riconoscimento” delle repubbliche separatiste: “Violati i nostri confini, non cederemo niente“.

Il presidente Usa Joe Biden ha già firmato l’ordine esecutivo che vieta nuovi investimenti, attività commerciali e finanziarie nel Donbass

Così il presidente russo prima di firmare l’atto formale del riconoscimento. (Il Primato Nazionale)

La notizia riportata su altri media

Il 20 febbraio una telefonata del presidente francese Emmanuel Macron al collegar russo Vladimir Putin avrebbe propiziato la possibilità di un vertice Putin-Biden. Foto: Ministero Difesa Russo, Ministero Difesa Ucraino, Sukhoi, Russian Helicopters, NATO, TASS e Twitter. (Analisi Difesa)

Se Vladimir Putin voleva mostrare al mondo il declino e l’irrilevanza dell’Occidente, insomma, ci è riuscito benissimo. Un mondo dove nemmeno un anno fa i Taliban sono tornati trionfali a Kabul senza colpo ferire, senza andare troppo lontano (Fanpage.it)

La decisione del Cremlino di riconoscere le repubbliche separatiste del Donbass di certo cambia tutto. "Il riconoscimento del Donbass è una violazione unilaterale degli accordi (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Vorrei sottolineare ancora una volta che l’Ucraina non è solo un paese vicino per noi. Quindi, inizierò con il fatto che l’Ucraina moderna è stata interamente creata dalla Russia o, per essere più precisi, dalla Russia bolscevica e comunista. (Maurizio Blondet)

Certo Putin lo giustifica sostenendo che l'«Ucraina è ormai gestita da potenze straniere» e quindi gli sforzi di pace da lui dispiegati sono praticamente «irrilevanti». Un prologo indispensabile per denunciare nel discorso alla nazione la trasformazione dell'Ucraina «in un regime fantoccio gestito dagli Usa». (ilGiornale.it)

Secondo il decreto firmato questa sera, la Russia interviene militarmente nelle due Repubbliche separatiste sotto diretta ed esplicita richiesta delle stesse. Dopo una lunga attesa che poteva far sperare in una soluzione pacifica la situazione è radicalmente precipitata in poche ore. (Ares Osservatorio Difesa)