"Non toccare i miei vestiti": la protesta visual delle donne afghane

L’obiettivo di “Non toccare i miei vestiti” è molto semplice: sfidare i Talebani intasando il web con foto di donne che indossano abiti dai colori accesi e sgargianti, come da tradizione afghana.

“Non toccare i miei vestiti” – dall’hashtag #DoNotTouchMyClothes – è il nome della protesta colorata con cui le donne afghane sfidano i talebani.

Con questo gesto Koofi intendeva sfidare il nuovo Governo dei Talebani, che impongono alle donne di indossare il burqa nero

È ormai virale “Non toccare i miei vestiti”, la protesta portata avanti sui social da decine di donne afghane con gli hashtag #DoNotTouchMyClothes e #AfghanistanCulture. (MAM-e)

Ne parlano anche altri giornali

Sono scesi in piazza per rimanere al fianco delle donne afghane, contro la denigrazione e l’oppressione. Inoltre chiediamo di garantire protezione permanente ed assistenza a tutti coloro che tenteranno di arrivare in Europa attraverso la cosiddetta rotta balcanica» (ilmattino.it)

«U na forza che non contrappone ma unisce, una forza che non è solo virile. Un altro genere di forza capace di liberare le donne e gli uomini». (Notizie - MSN Italia)

Sempre durante le manifestazioni della Mostra, due esponenti della Resilienza afghana, la regista Shahrbanoo Sadat e l’attivista Zahra Ahmadi,ha n n o ricevuto u n riconoscimento speciale dal Women in cinema Award (WiCA). (codacons.it)

Quindi stanno esprimendo una sorta di linguaggio di protesta pubblicando immagini di se stessi in abiti tradizionali colorati sui social media. Le donne afghane indossano abiti colorati per protestare contro le politiche dei talebani. (The Teller)

A completare il tutto, gioielli finemente cesellati e volti truccati, mentre i capelli restano sciolti o acconciati, oppure ordinati sotto veli altrettanto colorati e bordati di ricami. “Indossare il burqa è terribile, toglie il respiro” accusa Telaya – un nome di fantasia – all’agenzia Dire. (Dire)

Tutto questo dopo 20 anni di democrazia, di libertà che ha dato alle donne afghane la possibilità di studiare, lavorare. Ed è la Toscana che raccoglie l’appello di queste donne. (IL TELEGRAFO Livorno)