La paura degli interpreti afghani e l’appello all’Italia: «Non lasciateci qui, ci uccideranno»

I talebani espandono di giorno in giorno le regioni sotto il loro controllo e le cronache locali non paiono per nulla rassicuranti.

L’imminenza dello smantellamento della grande base italiana di Herat rende il problema sempre più all’ordine del giorno.

Ma sul tavolo esistono programmi di evacuazione più ampi da parte americana, che prevedono una massiccia campagna di visti per 70 mila afghani oltre a circa 100 mila iracheni. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altri media

Ma il vero collasso potrebbe arrivare tra pochi giorni quando anche gli ultimi contractor americani lasceranno il paese. (Sputnik Italia)

VENT'ANNI DOPO. Sono 895 i militari presenti sul campo che faranno ritorno a casa. Il ritiro dell’esercito è cominciato martedì 9 giugno nella città di Herat. Sono in tutto 895 i militari italiani presenti sul campo che faranno ritorno a casa, il contingente più numeroso dopo quello americano e quello tedesco. (TIMgate)

Sì, ma poi è arrivato il generale Figliuolo che ha deciso che andava bene per tutti: “Ci sono effetti collaterali ma sono infinitesimali. Sostanzialmente, se vi trovano “positivi” (con tamponi il cui responso dipende da chi ve li fa) e privi di certificato vaccinale restate a casa (L'AntiDiplomatico)

La stessa che tanto spaventa la Cina. E un eventuale coinvolgimento dei pakistani in Afghanistan non farebbe che allontanare dal Dragone uno dei partner chiave della Nuova Via della Seta (InsideOver)

La sicurezza laggiù come garanzia di non proliferazione di altri 11 Settembre, stavolta magari con San Pietro o il Duomo di Milano come bersaglio. Obama ha invece promosso le primavere arabe: puntando sulla capacità dei movimenti islamici di affermare i valori di libertà e pace. (LiberoQuotidiano.it)

L'amministrazione Biden, dopo aver annunciato il completo ritiro dall'Afghanistan entro la data simbolica dell'11 settembre, vorrebbe anticipare le operazioni completando la partenza dei suoi uomini entro la fine del prossimo mese di luglio. (Vatican News)