Meno prodotto nelle confezioni, ma con lo stesso prezzo: sulla Shrinkflation interviene l’Antitrust

Foto Shutterstock. Sul tema è intervenuta anche l’'Unione nazionale consumatori, che raccomanda di fare molta attenzione alla tecnica di marketing.

Infine, occhio ai prezzi arrotondati: al supermercato il cliente non troverà mai scritto 10 euro, ma 9.99 euro, per farlo sembrare meno caro

Sono infatti sempre più numerose le aziende che, lasciando pressoché invariato packaging e prezzo, riducono la quantità di prodotto all’interno delle confezioni. (Tiscali Notizie)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Shrinkflation, la tecnica di marketing che ha trovato spazio di recente e che riduce le quantità degli alimenti per mantenere prezzi invariati, non ha convinto gli esperti. Shrinkflation, la lente dell'Antitrust. (Studio Cataldi)

Lo ha anticipato il direttore generale per la tutela del consumatore,, in un'audizione alla Commissione d'inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti.E così la tecnica di marketing più in uso di recente che riduce le quantità degli alimenti per mantenere prezzi invariati,che stanno osservando un fenomeno messo più volte in rilievo dalla stampa e denunciato da un'associazione dei consumatori. (Borsa Italiana)

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), informalmente nota come Antitrust, ha annunciato di aver avviato un monitoraggio sul fenomeno della shrinkflation. In questo modo, nonostante un aumento del prezzo unitario, i consumatori si ritrovano a spendere sempre la stessa cifra per una confezione. (Wired Italia)

Lo shrinkflation è solo l’ultima trovata per scaricare l’aumento dei costi alimentato dalla guerra in Ucraina sugli anelli deboli della filiera come consumatori e produttori. (La Nuova Provincia - Asti)

L’Antitrust accende un faro sulla “shrinkflation”, quella particolare tecnica di marketing attraverso cui le aziende riducono la quantità di prodotto nelle confezioni, mantenendo i prezzi sostanzialmente invariati. (Libertà)

Ed in questa direzione la diminuzione della quantità di prodotto senza un'adeguata avvertenza sull'etichetta frontale, potrebbe essere ritenuta illegittima e a danno dei consumatori. Lo ha anticipato il direttore generale per la tutela del consumatore, Giovanni Calabrò, in un'audizione alla Commissione d'inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti. (ilmessaggero.it)