Euro 2020, Bridge a carte scoperte: "Odio Roberto Mancini"

Euro 2020, Bridge svela il suo odio per Mancini. Ecco le dichiarazioni di Wayne Bridge, ex calciatore del Manchester City che ha raccontato del suo odio per Roberto Mancini durante la trasmissione The Big Stage di Bettingexpert: “Non stavamo solamente tifando l’Inghilterra, ma anche la sconfitta dell’Italia perché era allenata da Mancini, ecco perché mi brucia ancor di più aver perso.

Bellamy ha provato a chiedere spiegazioni e Mancini gli ha detto di stare zitto, l’ha mandato a casa e non lo ha fatto tornare agli allenamenti. (Metropolitan Magazine )

Ne parlano anche altri giornali

Mancio è in coda davanti a “La Caciotta”, macelleria e salumeria nel centro della cittadina. Ha posato con le volontarie della Croce Rossa, davanti al vicino ambulatorio (ilovepalermocalcio.com - Il Sito dei Tifosi Rosanero)

L’ex terzino di Chelsea e Manchester City, Wayne Bridge, lancia un attacco a Roberto Mancini: le sue parole. Wayne Bridge, ex terzino del Manchester City, usa parole dure per Mancini e per la vittoria dell’Europeo. (Calcio News 24)

A prendere parola questa volta è stato Wayne Bridge, ex calciatore del Manchester City quando la squadra era allora allenata da Mancini. Le parole dell’ex difensore non lasciano spazio ad interpretazioni, leggiamole. (Il Corriere del Pallone)

Ed è una cosa che da un allenatore non capisco" Gli si dà credito per aver vinto la Premier al City, ma se guardi i giocatori che c'erano sono loro ad averlo vinto e non lui come allenatore. (CalcioNapoli24)

La mia famiglia non tifava solo per l’Inghilterra, ma anche per la sconfitta di Mancini e quindi il fatto che abbia vinto è una ferita per noi“ Una Nazionale portata alla vittoria grazie alla guida di Roberto Mancini, che è stato senza dubbio uno dei più grandi protagonisti di Euro 2020. (L'Arena del Calcio)

“Non solo la mia famiglia tifava per l’Inghilterra, ma tifava anche per la perdita di Mancini, quindi è stato ancora più doloroso”, ha detto Bridge. Un rapporto per nulla gerarchico tra l’allenatore e il giocatore, che ha rivelato un “odio” che si riflette ancora oggi nelle dichiarazioni del giocatore inglese (Flamina&dintorni)