Il Pd da troppo tempo offre di sé l’immagine del meno peggio

Invece è da troppi anni che il Pd offre di sé l’immagine del meno peggio che una volta è Berlusconi, un’altra Bossi o Salvini.

Poi Letta s’è scatenato e ha stipulato accordi con chiunque tranne, ovviamente, per quei pericolosi sovversivi del Movimento 5 stelle.

Ma se si vuole sconfiggere un avversario non si può usare sempre l’arma del “io sono meno peggio”.

Ci vuole un progetto politico

Come ho già detto non condivido il progetto politico di Calenda, che poco si distingue da quello della Confindustria, ma devo ammettere che ha dimostrato una coerenza che mi ha sorpreso. (Il Fatto Quotidiano)

Se ne è parlato anche su altre testate

E intanto scorre i dati delle ultime proiezioni, che vedono il margine di collegi uninominali sicuri per il centrosinistra assottigliarsi ulteriormente dopo l’addio di Azione. Nessuna polemica con Calenda, che nel pomeriggio aveva invitato il segretario del Pd a un «confronto pubblico». (ilmessaggero.it)

Pd, il “Fatto” su Franceschini. A finire sulla graticola è poi l’ex ministro della Cultura. Pd, il Fatto: «Il padre nobile erede della Dc: Prodi». Il Fatto poi cita anche Roberto Gentiloni. (Secolo d'Italia)

Gianluca Veneziani 10 agosto 2022 a. a. a. La nave sta andando a picco, calate le scialuppe, si salvi chi può! O, un po' per opportunismo un po' per vigliaccheria, mollano il comandante ora che si è andato a schiantare? (Liberoquotidiano.it)

Una decisione obbligata dopo lo strappo di Carlo Calenda che, ovviamente, ha avuto un affetto a cascata sul puzzle elettorale che Letta sta componendo con i dirigenti del Pd. "Noi siamo convinti che il Pd sarà il primo partito", ha spiegato Francesco Boccia indicando implicitamente una 'svolta' nella campagna Pd. (La Sicilia)

"Noi siamo convinti che il Pd sarà il primo partito", ha spiegato Francesco Boccia indicando implicitamente una 'svolta' nella campagna Pd. Dove in molti invitano a guardare alle liste per il Parlamento per capire cosa accadrà alle prossime elezioni regionali (Adnkronos)

Non è molto, eppure questo è oggi l’argine fondamentale per scongiurare che l’Italia rilanciata da Mario Draghi assomigli domani all’Ungheria di Viktor Orban Il male supposto è la separazione politica ed elettorale tra Renzi e Calenda da una parte e il Partito Democratico dall’altra. (La Gazzetta del Mezzogiorno)