Coronavirus, le terapie intensive hanno superato la soglia d’allarme del 30%

Sono 10, in questo caso, le regioni che superano la soglia critica, secondo i dati del monitoraggio dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) relativi al 12 gennaio.

Le terapie intensive occupate dai pazienti Covid sono tornate sopra la soglia d’allerta del 30%.

Nello specifico si tratta del 31%, ovvero l’1% in più rispetto a 7 giorni fa.

Si tratta di Emilia Romagna (45%), Friuli Venezia Giulia (53%), Lazio (45%), Liguria (42%), Marche (50%), Piemonte (46%), Provincia autonoma di Bolzano (46%), Provincia autonoma di Trento (57%), Puglia (41%) e Veneto (43%). (Open)

Se ne è parlato anche su altri media

I ricoverati nei reparti ordinari sono invece 187 in meno rispetto a ieri, per un totale di 23.525 unità. Sono 15.774 i tamponi positivi al coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. (Gazzetta di Parma)

L'area bianca scatterà con "incidenza sotto i 50 casi settimanali ogni centomila abitanti, Rt sotto 1 e indice di rischio basso. Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, riferendo oggi alla Camera sulle nuove misure per fronteggiare l'emergenza da Covid-19. (Rai News)

A Prato si contano 24 nuovi casi positivi al Covid e due decessi nelle ultime 24 ore: due donne pratesi di 62 e 91 anni, morte rispettivamente all’ospedale di Careggi e alla Rsa La Melagrana di Narnali. (tvprato.it)

10 regioni oltre livello critico Covid. E' quanto emerge analizzando i dati del monitoraggio dell'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) relativi al 12 gennaio. (Rai News)

Sono dati, questi, pari al doppio di quelli che si riscontrano nei soggetti in terapia intensiva non Covid. Da decenni il Vanderbilt University Center ha condotto ricerche in merito ed è giunto a redigere linee guida di terapia intensiva approvate dalle società mediche in diversi Paesi. (il Giornale)

Alla Multimedica non è consentito l'accesso nei reparti Covid, ma negli altri reparti le visite ai malati critici sono consentite. A undici mesi dall'inizio della pandemia, negli ospedali della Lombardia l'accesso dei parenti alle terapie intensive Covid resta vietato. (La Repubblica)