Addio a William English, l'uomo che costruì il primo mouse

Il decesso, dovuto a insufficienza respiratoria, risale allo scorso 26 luglio ma è stato reso noto solo ora dalla moglie.

Il primo mouse era una scatoletta con involucro in legno e un pulsante rosso in un angolo.

English fu uno dei pochi che la comprese, e mise le sue capacità al servizio di un'illuminazione che avrebbe cambiato il mondo.

È morto a 91 anni a San Rafael, in California, William English, l'ingegnere informatico che nel 1963 costruì il primo mouse per computer sulla base del progetto del collega Douglas Engelbart, scomparso nel 2013.

Fu chiamato "mouse", topo, perche' il cursore sullo schermo - la cui sigla era CAT, gatto - sembrava dargli la caccia con i suoi movimenti. (AGI - Agenzia Giornalistica Italia)

Se ne è parlato anche su altre testate

Conosciuto da tutti come Bill, William English ha inventato il primo prototipo per mouse da computer insieme a Douglas Engelbart, che aveva immaginato un dispositivo meccanico capace di muovere un cursore su uno schermo e selezionare scritte, simboli o immagini particolari. (Tech Fanpage)

Nel 1964 English, ricercatore capo dello Stanford Research Institute, progettò il primo prototipo funzionante di mouse nell’ambito del progetto “Augmentation Research Center”, di cui Engelbart era direttore. (Il Fatto Quotidiano)

William English è morto il 26 luglio all’età di 91 anni a San Rafael, in California. English è famoso per aver realizzato nel 1963 il primo mouse della storia dell’informatica. (BlogLive.it)

Informatica Morto William English, costruì il primo mouse Era un'ingombrante scatoletta con involucro in legno e un pulsante rosso in un angolo. Fu chiamato "mouse", topo, perché il cursore sullo schermo - la cui sigla era CAT, gatto - sembrava dargli la caccia con i suoi movimenti. (Rai News)

È morto a 91 anni a San Rafael, in California,, l'ingegnere informatico che nel 1963 costruì il primo mouse da computer sulla base del progetto del collega, scomparso nel 2013. Engelbart sul palco mostrava quello che, proiettato su uno schermo, English compiva con quella macchina rivoluzionaria: i primi programmi per l'impaginazione di testi, la prima videoconferenza, i primi "ipertesti", ovvero i link, altra illuminazione. (la Repubblica)