In Manovra non c’è posto per la sanità, che crolla a pezzi

Il Governo non è riuscito a trovare posto nella Legge finanziaria per i milioni che erano stati promessi dal ministro della Sanità Schillaci. Non c’è ombra, nella Manovra di Bilancio, del finanziamento del Piano oncologico nazionale per 10 milioni di euro nel 2023 e per altri 10 nel 2024, né dell’anticipazione al primo gennaio 2023 dell’incremento di 200 milioni per garantire l’indennità integrativa al personale di pronto soccorso. (La Legge per Tutti)

Se ne è parlato anche su altre testate

Come cita il sito fanpage.it nella manovra 2022, che dopo aver ottenuto l’ok della Camera dovrebbe ottenere il via libera anche al Senato, è saltato il Piano oncologico nazionale da 10 milioni di euro per il 2023 e 10 per il 2024. (Positanonews)

Le reazioni della Favo alla mancata approvazione degli emendamenti per il finanziamento del Pon con 10 milioni nel 2023 e altrettanti nel 2024: "Governo e opposizioni hanno continuato a essere sordi alle richieste dell’Unione Europea di salvare dal cancro 3 milioni di vite umane entro il 2030, di cui quota parte di malati oncologici italiani, ma soprattutto dimostrano una inaccettabile, grave indifferenza alla tragedia che vivono milioni di nostri concittadini malati di tumore" (Il Fatto Quotidiano)

Soldi che però non sono stati trovati e il Piano Oncologico Nazionale, che aveva l’obiettivo di potenziare le strategie e e le azioni per la prevenzione, la diagnosi, la cura e l’assistenza a 3,5 milioni di malati oncologici, è rimasto senza fondi. (Open)

Saltano i fondi extra per le cure dei malati oncologici e le indennità al personale dell’emergenza. Il ministro Schillaci: «Stanziati 4,2 miliardi in più». Ma le Regioni e i sindacati non ci stanno Paolo Russo (La Stampa)

Mentre proprio sul fil di lana si è aperto uno spiraglio di impegno da parte del Governo con una prospettiva di ordine del giorno per risolvere la questione aperta in merito al settore dei dispositivi medici che chiedeva lo stop del pay back per effetto del quale è posto a carico delle aziende produttrici il 50% della spesa in eccesso effettuata dalle Regioni rispetto al tetto del 4,4% della spesa pubblica previsto per i dispositivi medici. (l'Adige)

«Scelta miope, così i costi sanitari e sociali saranno elevatissimi», Elisabetta Iannelli, segretario generale della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo) GIACOMO GALEAZZI (La Stampa)