La vita a Herat con i talebani, "una città fantasma in un paese di sfollati"

(Photo by Mir Ahmad Firooz Mashoof/Anadolu Agency via Getty Images). “I talebani hanno distrutto i nostri sogni, ora faranno lo stesso con le nostre vite.

AREF KARIMI via Getty Images TOPSHOT - Schoolgirls attend class in Herat on August 17, 2021, following the Taliban stunning takeover of the country

Twitter. Facebook. Instagram. Messenger. Flipboard. Anadolu Agency via Getty Images HERAT, AFGHANISTAN - AUGUST 22: People are seen on streets in Herat City, Afghanistan, on August 22, 2021, after Taliban takeover. (L'HuffPost)

Se ne è parlato anche su altre testate

Lì, grazie alla Fondazione Veronesi, siamo stati messi su un aereo militare e siamo arrivati in Italia" “Fino a un mese fa ero la responsabile del centro, mi occupavo delle mammografie e dei tumori al seno", racconta infatti a La Stampa una delle dottoresse, "Ora non c’è più nessuno che lo faccia. (Yahoo Finanza)

Photo credit: HOSHANG HASHIMI - Getty Images. "Il nostro Centro per la diagnosi del tumore al seno di Herat, in Afghanistan, non c’è più. Lì, grazie alla Fondazione Veronesi, siamo stati messi su un aereo militare e siamo arrivati in Italia" (Yahoo Finanza)

«Il nostro Centro per la prevenzione del tumore al seno di Herat in Afghanistan oggi non c’è più. E dal suo avvio sono circa 9.300 circa le donne che sono state esaminate. (Io Donna)

Chi è rimasto a Herat, invece, non ha più tempo. A Herat, invece, le speranze crollano ogni ora che passa. “Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo”. (Difesa e Sicurezza)

È l’appello di F.R, 40 anni, una delle dottoresse che lavoravano al centro per la prevenzione del tumore al seno della Fondazione Veronesi a Herat, ora caduto in mano ai talebani. di Francesco Lommi. “Mi rivolgo alla comunità internazionale e alla politica, chiedendo loro di non dimenticare e abbandonare il nostro paese, l’Afghanistan, e di intervenire”. (Luce)

"Il nostro Centro per la diagnosi del tumore al seno di Herat, in Afghanistan, non c’è più. Ancora una volta a patire le conseguenze sono le donne: al centro accedevano gratuitamente circa mille donne l’anno e dal 2013, anno in cui è stato istituito, sono state esaminate circa 9.300 pazienti. (Elle)