Bollette, una stangata che arriva da lontano - Economia - LaPressa.it

Eni e Gazprom non hanno mai avuto dispute sui contratti, che non potessero essere superate attraverso la trattativa.

Alcuni mesi fa, la situazione era questa e riguardava «divergenze di interpretazione» relative ai contratti di fornitura con la Federazione Russa.

Il gas è aumentato di circa 1 centesimo a kWh e di 2 se prodotto da centrali termiche.

Il contenuto dei contratti è top secret, ma secondo alcune indiscrezioni, Mosca aveva adottato all’epoca una nuova formula per calcolare il prezzo delle forniture di gas all’Eni

Sono stato licenziato, ho chiuso l’attività e vivo con i contributi statali e mi aumenti le bollette?

(La Pressa)

Se ne è parlato anche su altre testate

«Le piccole imprese italiane pagano già il prezzo dell’energia più alto d’Europa, superiore del 18,1% rispetto alla media Ue. Più tasse, quindi, ma, secondo Lapam Confartigianato, anche mal distribuite tra i diversi consumatori, secondo l’assurdo meccanismo: meno consumi, più paghi. (Gazzetta di Reggio)

Ma anche da qui si può attingere solo parzialmente, perché questa voce di bilancio è già destinata ad altre spese. Dunque, il piano discusso ieri prima del consiglio dei ministri da Roberto Cingolani, che ricoprendo la casella della transizione ecologica ha anche la delega all'energia, con il premier (Il Manifesto)

Un intervento da almeno tre miliardi e mezzo: è questa, secondo quanto si apprende da fonti di governo, la cifra che l'esecutivo si prepara a stanziare per evitare la stangata sulle bollette di luce e gas che scatterebbe dal 1 ottobre. (Today.it)

Ma poi, ha aggiunto il ministro, c'è anche da «mettere in piedi un intervento più strutturale, perché questi sono aumenti che rimarranno. Ed è molto difficile, fanno sapere fonti del Mef, che si riesca ad andare oltre quei tre miliardi già annunciati (Liberoquotidiano.it)

Milano, 18 set. È quanto emerge dalla nota congiunturale di settembre di Confcommercio che sottolinea come seppure nelle loro stime il terzo trimestre si chiuderebbe con una variazione del 2,2% congiunturale, rendendo più probabile lo scavalcamento dell’asticella al 6% per la crescita del PIL nel 2021, le preoccupazioni riguardano la possibilità che nel 2022 un tasso d’inflazione attorno al 3% limiti la crescita dell’attività a partire da un rallentamento dei consumi (LaPresse)

Una delle ipotesi su cui si lavora è l’azzeramento degli oneri di sistema, per cui servirebbe uno stanziamento di circa 3 miliardi. Sul tema stanno lavorando il ministero della Transizione ecologica e quello dell’Economia: ieri mattina Cingolani e Franco erano stati a palazzo Chigi da Draghi per un confronto sulla norma. (LaPresse)