Un allarme alimentare al giorno per colpa dei cibi stranieri. Coldiretti segnala i prodotti pericolosi

Nell’ultimo anno è scoppiato in Italia oltre un allarme alimentare al giorno con ben 422 allerte che hanno riguardato prodotti stranieri per la presenza di residui di pesticidi vietati in Italia, micotossine, metalli pesanti, inquinanti microbiologici, diossine o additivi e coloranti, in aumento del 42% rispetto allo stesso periodo dell’anno. E in quasi 6 casi su 10 si tratta di prodotti provenienti da Paesi extra Ue. (ondanews)

Su altri giornali

Gentile lettore, mi scuso per aver tagliato in alcune parti la sua bella lettera ma le esigenze di spazio, ahimè, non lasciano molti margini. (il Resto del Carlino)

“Grazie per il lavoro che il Ministero sta facendo non solo all’interno dei confini nazionali ma soprattutto giocando una partita legata all’internazionalizzazione”, le parole del Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel corso della Consulta nazionale vino a Casa Coldiretti, in occasione della Giornata nazionale del Made in Italy, alla presenza del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida. (L'Unione Sarda.it)

L’agroalimentare italiano è sempre più imitato. Le contraffazioni dell’agroalimentare italiano creano un danno di immagine per l’Italia, un danno economico agli agricoltori onesti e danni alla salute dei consumatori. (Rinnovabili)

Non si può tollerare questa vergogna. (Tiscali Notizie)

Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde che da ministro dell'Agricoltura avviò la prima azione contro l'agropirateria e ha promosso la campagna #noFakeFood, oggi al mercato di campagna amica del circo Massimo ha rilanciato la petizione #nofakeinItaly "L'Italia viene derubata di circa 100 miliardi all'anno con il fakefood, il falso made in Italy. (il Dolomiti)

Se ne convincano a Bruxelles”. E’ Gennarino Masiello, vice presidente nazionale della Coldiretti, l’organizzazione di cui è anche presidente provinciale, a chiarire la posizione della Coldiretti rispetto alle importazioni di cibi e semilavorati che, nella gran parte, sono prodotti non realizzati secondo le norme, severissime, che vigono nel nostro Paese. (Il Sannio Quotidiano)