Covid: troppa folla a Napoli, transenne sul lungomare

A causa del progressivo aumento di persone sul lungomare di Napoli è stato transennato il marciapiede che da piazza Vittoria va verso Santa Lucia.

"In queste condizioni - spiega Della Notte - domani penso che la stragrande maggioranza dei locali del lungomare rimarrà chiusa"

La misura - concordata in occasione di un tavolo tenuto nei giorni scorsi in Prefettura - serve ad evitare assembramenti.

In particolare viene interdetto l'accesso consentendo solo l'uscita di chi si trova già all'interno dell'area che comprende i locali del lungomare. (La Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri media

Una figura che mancherà non solo ad Ottaviano, ma a tutto il mondo associativo del Vesuviano Dolore a Ottaviano per la morte di Francesco Prisco, attivo nel mondo del sociale e del volontariato. (Il Fatto Vesuviano)

Eppure le regole della zona arancione sono chiare. Campania, zona arancione non ferma la folla: “colpa” della giornata di primavera. Come documentato da Teleclubitalia, nella prima mattina della zona arancione, domenica 21 febbraio, lungo via Mergellina e via Partenope un fiume di gente percorre il lungomare. (Teleclubitalia.it)

Anche oggi a Napoli, nonostante la zona arancione, tanta folla in giro per la città, tra il lungomare, le strade del centro e il Vomero. Invogliati dalla bella giornata di sole in tantissimi si sono assembrati per le vie della città non curanti delle norme anti-Covid. (Tutto Napoli)

Tante infatti le persone che si sono precipitate sul lungomare di Ostia, Fiumicino e Fregene. E ancora: sulla Darsena e lungo il porto canale di Fiumicino e negli ampi viali del porto turistico di Ostia (Fanpage.it)

A far rispettare il blocco polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia municipale e protezione civile. Molto forte il traffico veicolare in tutta la città, in particolare ora sul lungomare e su via Marina (Sky Tg24 )

Quelli dei medici caduti nella lotta al Covid. «Per colpa del Covid - commenta il presidente Silvestro Scotti- abbiamo dovuto dire addio a tanti colleghi che non ce l’hanno fatta. (La Repubblica)