Fmi migliora le stime di crescita globali. Per l'Italia pil +4,2% nel 2021

Il rapporto deficit/pil, salito al 9,5% nel 2020, calerà all'8,8% nel 2021, al 5,5% nel 2022 per attestarsi all'1,8% nel 2026

Il Fmi ha anche consistentemente rivisto in meglio le previsioni sulla ripresa economica in Italia di quest'anno, dopo il crollo del pil del 2020.

Ora stima un +4,2% dell'economia sul 2021, secondo i dati contenuti nel World Economic Outlook, e un ulteriore +3,6% nel 2022. (Milano Finanza)

Su altre fonti

Dopo il crollo del 3,3% del PIL mondiale del 2020, ora stima un rimbalzo del 6% nel 2021 e un +4,4% nel 2022. Il FMI ha ritoccato anche le stime per l'Italia, con il prodotto interno lordo che è atteso crescere quest'anno del 4,2% e del 3,6% nel 2022. (ilmessaggero.it)

Più a lungo termine, per il 2026, le attese di crescita risultano più deboli, pari al +0,8% l’anno sulla Penisola I dati sono contenuti nel World Economic Outlook presentato oggi, una delle prime stime sull’Italia dopo l’arrivo del governo Draghi. (QuiFinanza)

Dopo una contrazione dell'8,9% nel 2020, il Pil è atteso crescere quest'anno del 4,2%, ovvero 1,2 punti percentuali in più rispetto alle previsioni di gennaio. Lo prevede il Fmi migliorando la sua stima rispetto all'ottobre 2020, quando aveva previsto un debito al 158,3% per quest'anno. (Rai News)

In fondo al tunnel della pandemia globale inizia a vedersi la luce, ma la strada verso la normalità resta carica di incognite. Motivo per cui l’economista ha spiegato che il Fondo Monetario Internazionale è “molto a favore di una tassa minima globale per le imprese” multinazionali, dal momento che è preoccupante il fenomeno “di grandi quantità di tasse che vengono eluse”". (La Stampa)

Fmi: le previsioni sul debito italiano. Mentre migliorano le previsioni sull’andamento del Pil si alleggeriscono anche quelle sul debito pubblico italiano L’economia globale, compresa quella italiana, si riprenderanno più in fretta rispetto a quanto previsto fino a pochi mesi fa. (Wall Street Italia)

Sedici mila miliardi di dollari di supporto fiscale da parte degli Stati hanno evitato il peggio, se così non fosse stato il conto del collasso economico sarebbe stato tre volte peggiore. (la Repubblica)