Attentato Mosca, perché l'attacco è un fallimento dell'intelligence russa: cosa non ha funzionato al Crocus City Hall

A sei giorni dall'attentato al Crocus City Hall di Mosca, continuano le indagini su quello che è accaduto lo scorso venerdì nel teatro della periferia nordoccidentale della città russa. A non convincere sarebbero alcune incongruenze emerse nelle ultime ore, oltre a una serie di avvertimenti inascoltati dal Cremlino e alla presunta presenza dei servizi di sicurezza del Paese nel luogo della sparatoria. (ilmessaggero.it)

Se ne è parlato anche su altre testate

Se Mosca continua ad additare Kiev e l’Occidente come complici degli “estremisti islamici”, il canale bielorusso Nexta e diversi siti ucraini sostengono di aver identificato agenti dell’Fsb nei filmati degli spettatori del concerto dei Picnic in fuga… (la Repubblica)

La storia non si ripete ma spesso fa rima con sé stessa, diceva Mark Twain. (Corriere della Sera)

Le forze di sicurezza hanno bloccato i militanti armati sospettati di agire nel mondo torbido del terrorismo in diversi appartamenti. Evacuati i civili, l'irruzione in diversi appartamenti (Il Giornale d'Italia)

"Accusare l'Ucraina, gli Usa o chi altro faccia comodo alla narrativa del Cremlino è pura propaganda". (Il Messaggero Veneto)

"Ancora quei maledetti". Albano Carrisi è sinceramente affranto per quanto accaduto venerdì sera a Mosca, l'attentato alla Crocus City Hall rivendicato dai terroristi dell'Isis-K che ha provocato la morte di 140 persone. (Liberoquotidiano.it)

A suggerirlo sarebbero documenti dell’intelligence russa ottenuti da un’organizzazione investigativa con sede nel Regno Unito. Secondo il Dossier Center di Londra, infatti, nei documenti ci sarebbe stata la prova che i tagiki radicalizzati dall’Isis-K – il ramo centroasiatico del gruppo terroristico – avrebbero potuto essere coinvolti in un attacco. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)