Processo Regeni, si ricomincia da zero e gli atti tornano al Gup

E dunque ora la procedura ripartirà dal gup, finalizzata, se possibile, all’ulteriore ricerca dei quattro 007 egiziani, ai quali notificare le accuse.

Rintracciando faticosamente 8 testimoni, la procura ha cercato di ricostruire quanto avvenuto fra gennaio e febbraio 2016, senza alcuna collaborazione del Cairo.

Secondo il pm gli imputati, insieme ad altri agenti egiziani, dal 2016 hanno cercato di «bloccare, rallentare le indagini ed evitare che il processo avesse luogo in Italia (Avvenire)

La notizia riportata su altri media

Adesso lo scenario è cambiato e l’ostacolo è stato sollevato dalla III corte d’assise che non se l’è sentita di aprire il processo in assenza degli imputati. Naturalmente il governo italiano può cercare altre strade per ottenere risposte diverse dal Cairo (Corriere della Sera)

Il rispetto del diritto è la forza di una democrazia, ma diventa spesso un limite quando una democrazia si trova a confrontarsi con un regime che non riconosce gli stessi principi Eppure nessun esponente di governo o leader di partito ha sentito l’esigenza di prendere posizione sull’azzeramento del processo: un silenzio difficile da comprendere, che costituisce un segnale preoccupante. (La Repubblica)

L'amarezza della famiglia del ricercatore friulano. cronaca. Il provvedimento è legato all'assenza in aula degli imputati, dunque le carte devono tornare al giudice che aveva ordinato il rinvio a giudizio. (TGLA7)

Così l'avvocato Alessandra Ballerini, legale della famiglia Regeni, lasciando l'aula bunker di Rebibbia al termine dell'udienza. Presenti accanto alla Ballerini anche Paola Deffendi e Claudio Regeni, genitori di Giulio e Irene, la sorella (Today.it)

Hanno avuto la meglio le ragioni procedurali avanzate dai difensori (d'ufficio) degli imputati. Prima di entrare nello specifico delle accuse, il pm aveva fatto una premessa di tipo procedurale: «I quattro imputati sono dei finti inconsapevoli. (ilGiornale.it)

In realtà ne sono perfettamente a conoscenza, fanno solo finta di non sapere per sfuggire al processo. Assecondati dalle autorità egiziane. I depistaggi frapposti dall’Egitto all’indagine sul rapimento e l’omicidio di Giulio Regeni, reiterati nel corso del tempo, sono la prova che quelle manovre da parte delle autorità egiziane puntavano a impedire lo svolgimento del processo. (Corriere della Sera)