L'Europa chiude le frontiere con Stati Uniti, Russia e Brasile ma apre alla Cina. Il ministro Speranza: chi viene in Italia farà la quarantena

I residenti di Andorra, Monaco, San Marino e Vaticano sono considerati residenti nell’Ue, il Regno Unito non ha restrizioni.

Gli Stati Uniti, il paese più colpito dalla pandemia con 125.928 morti per quasi 2,6 milioni di casi, sono esclusi dall’elenco, che dovrebbe essere aggiornato ogni due settimane.

Da oggi potranno viaggiare nel territorio dell’Unione Europea i cittadini di 15 Paesi la cui situazione epidemiologica legata al Covid-19 è considerata “sufficientemente sicura”. (Leggo.it)

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L'obiettivo è favorire un'azione coordinata degli Stati membri in un ambito a forte integrazione quale quello di Schengen. Includendo la Cina ma lasciando la porta chiusa agli Stati Uniti alla luce dei record dei contagi registrati nel Paese negli ultimi giorni. (laRegione)

Sono le prime indicazioni che arrivano dal Consiglio Europeo in una raccomandazione che contiene la prima lista dei Paesi extra UE che si potranno raggiungere anche per viaggi non essenziali: l’Italia ha votato a favore. (QuiFinanza)

A sintesi, come si dice, raggiunta, l'Europa riapre dunque le frontiere esterne per 15 paesi: torneranno canadesi, australiani, giapponesi e potrebbero tornare anche i cinesi se Pechino garantirà ai cittadini europei di entrare in Cina (TG La7)

Per quanto riguarda le riaperture delle frontiere i residenti di Andorra, Monaco, San Marino e Vaticano vengono considerati residenti nell’Ue. La lista verrà aggiornata ogni due settimane in base all’andamento all’andamento dell’epidemia di coronavirus nei vari Paesi e alle misure di contenimento prese. (Virgilio Notizie)

Il blocco ai cittadini Usa è una scelta clamorosa ma non c’era altra soluzione data l’alta curva di contagi. L’Europa riapre le frontiere a 15 Paesi extra Ue: ecco la lista. (MeteoWeek)

L'Unione europea riapre, da domani primo luglio, le sue frontiere esterne a 15 paesi terzi, tra cui la Cina ma a condizione di reciprocità. Uno Stato membro non dovrebbe decidere di revocare le restrizioni di viaggio per i paesi terzi non elencati prima che ciò venga deciso in modo coordinato. (laRegione)