Emiliano "scomunica" i consiglieri passati con Calenda. Maggioranza nelle mani dei 5 Stelle

«Dopo avere acquisito parere conforme da tutte le forze di maggioranza, non posso che estromettere formalmente dalla maggioranza tutti i consiglieri che oggi hanno aderito alla nuova formazione politica», firma la scomunica il governatore, Michele Emiliano. Poche righe che provano a fermare le scosse che, per l’intera giornata, scuotono il centrosinistra pugliese, dopo il passaggio al terzo polo degli ex dem Fabiano Amati e Ruggiero Mennea ma anche dei centristi Massimiliano Stellato e Sergio Clemente. (quotidianodipuglia.it)

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Calenda in Azione... in Puglia: si molla il Pd, ma non la poltrona. Debutto dei calendiani: all’opposizione restando in maggioranza (LA NOTIZIA)

«La nostra è una coalizione che si basa su un programma condiviso e su intese politiche che sono il risultato di percorsi pubblici e trasparenti. Nessun dialogo politico è mai stato intrapreso con Azione e Italia Viva, che hanno fatto sempre una ferma opposizione alla nostra amministrazione sia prima che dopo le elezioni regionali». (LecceSette)

E questo abbandono è purtroppo avvenuto sui dolori delle persone e non sulle sue solite manfrine di potere, giocando a soldatini con i vari gruppi politici e approfittando del buon appetito su posti e strapuntini. (La Repubblica)

BARI Il sindaco Antonio Decaro è stato evocato più volte nella conferenza stampa con cui Carlo Calenda ha ufficializzato l’adesione di tre consiglieri regionali al movimento di Azione. Più volte perché la domanda è stata ripetuta e insistita: cosa farà il nuovo gruppo di Azione nel 2025? Il sottinteso è chiaro: il centrosinistra non desidera avere Azione nel perimetro dell’attuale maggioranza. (Corriere del Mezzogiorno)

«La Puglia non è il sultanato di Emiliano, la Puglia è una grande regione italiana che partecipa al Pnrr e che si sta modernizzando, non è il posto dove Emiliano fa qualsiasi cosa e niente può essere fatto senza Michele Emiliano». (quotidianodipuglia.it)

L’annuncio «Il presidente Emiliano, aiutato dal rumore dei suoi giannizzeri, non ci vuole in maggioranza. (Corriere del Mezzogiorno)