Il ministero vuole Alfa Romeo made in Italy? L'azienda si adegua: “Da oggi cambiamo nome”

Il ministero vuole Alfa Romeo made in Italy? L’azienda si adegua: “Da oggi cambiamo nome” Dopo lo slancio di Urso, che non gradisce nomi italiani per le auto prodotte all'estero, il ceo Imparato risponde sarcastico TORINO – Alfa Romeo Milano, la nuova compatta sportiva, cambia nome in… Junior. Lo annuncia lo stesso marchio, parte del gruppo Stellantis, in polemica con il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. (Dire)

La notizia riportata su altri media

Si tratta di un tributo a un modello del passato, ma viene cancellato il riconoscimento alla città dove è nata nel 1910 la casa del Biscione. Alla fine passa la linea del governo Meloni: Stellantis si adegua, dopo le polemiche sollevate dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, cambiando nome all’Alfa Milano (Calcio e Finanza)

secondo cui per legge non si può chiamare ‘Milano’ un’auto prodotta in Polonia. Il nome Milano cambierà non solo in Italia ma in tutto il mondo. Alfa Romeo ‘Milano’ cambia nome, si chiamerà Alfa Romeo ‘Junior’. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

“Pur ritenendo che il nome Milano rispetti tutte le prescrizioni di legge, e in considerazione del fatto che ci sono temi di stretta attualità più rilevanti del nome di una nuova autovettura, Alfa Romeo decide di cambiare il nome da Milano a Junior, nell’ottica di promuovere un clima di serenità e distensione”. (LAPRESSE)

Il nome Milano, tra i favoriti del pubblico, era stato scelto per rendere tributo alla città dove tutto ebbe origine nel 1910. Non è la prima volta che Alfa Romeo chiede il parere del pubblico per scegliere il nome di una vettura. (Stellantis)

Così Edi Lazzi, segretario generale della Fiom di Torino, commenta il cambio di nominativo dell’Alfa Romeo Milano, trasformatasi, cinque giorni dopo la presentazione ufficiale, in Alfa Romeo Junior. La grande manifestazione dello scorso venerdì ha acceso i riflettori sui temi fondamentali: nuovi modelli, aumento della produzione, assunzioni e stop alle uscite incentivate». (Corriere della Sera)

La strada più comoda per il brand del gruppo Stellantis, che avrebbe avuto come altra possibilità almeno una promessa – nel lungo periodo – di portare la produzione in Italia. Il cambio del nome arriva prima ancora della commercializzazione. (Il Fatto Quotidiano)