Enzo Bianchi lascia Bose. La resa e il dolore dei suoi: «È un esilio»

Qualche giorno prima, fratel Enzo aveva scritto in un tweet una frase neppure troppo sibillina, che lasciava capire come ormai ogni ponte fosse stato bruciato

Il giorno seguente, con un comunicato anch’esso di inedita durezza, la «sua» Comunità prende atto «con profonda amarezza» del fatto che fratel Enzo non è ancora partito.

Fratel Enzo Bianchi sta lasciando l’eremo nel quale ha trascorso gli ultimi mesi, a poche decine di metri dalla sua creatura, la comunità che aveva fondato nel 1963, eppure mai così lontano, sempre più lontano. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altri giornali

Ci sarà spazio, se Bianchi andrà effettivamente a Cellole, per riflettere in maniera dovuta su quanto accaduto – come un pezzo della storia della Chiesa ancora giovane del dopo Vaticano II. di: Marcello Neri. (SettimanaNews)

Volendo rispondere in maniera radicale, con toni analoghi, mi verrebbe da dire – afferma Larini – : ‘Se così è, muoia pure la vita monastica, e viva il Vangelo!’”. Un “pasticciaccio all’italiana” o ancora meglio “un pasticciaccio da sacrestia”. (Farodiroma)

Oppure, vale la pena ricordare quando, intervistato dal diversamente cristiano Gad Lerner, Bianchi dichiarò: «Gesù è nato uomo, completamente uomo. ED ECCO COME E’ FINITO L’ESPERIMENTO della comunità di Bose: con il fitto volo di stracci, veleni, colpi bassi, disubbidienze, commissariamenti, scandali pubblici, dure reprimende, divisioni interne. (Imola Oggi)

La divisione nei giudizi resi in pubblico (tanto sui mass media quanto sui social media) sul caso Bose risente anche di due tipi diversi di identificazione. C’è una questione ecclesiale: per una comunità ecclesiale, in una situazione di eccezione, ci sono diversi tipi e gradi di autorità in grado e chiamati a decidere. (Avvenire)

Ci sono decine e decine di monache e monaci che nel silenzio e nella sofferenza tutti i giorni pregano, studiano, lavorano e continuano a ringraziare il Signore anche del dolore inspiegabilmente e oggettivamente inflitto anche a loro. (Avvenire)

Papa Francesco ha denunciato frequentemente questo pericolo nei suoi interventi sul tema della vita religiosa. E altrettante volte Francesco è tornato anche sull’altro pericolo che attenta alla vita religiosa: il “terrorismo delle chiacchiere”, “un modo di allontanarsi dai fratelli e dalle sorelle della comunità”. (Farodiroma)