"I contagi esploderanno a fine maggio"

"Di questo passo non è pessimistico pensare che a fine maggio ci sarà una nuova ondata, ma assai realistico".

Il contagio va diminuito molto di più prima di alleggerire le misure, altrimenti senza tamponi e tracciamento riparte in poche settimane"

Da una parte ci sono le restrizioni dei mesi scorsi, che per altre due o tre settimane modereranno la curva, ma dall'altra arrivano i nuovi contagi dovuti alle riaperture, agli aperitivi, alle visite agli amici e alle scuole, i cui risultati rimarranno invisibili per qualche tempo ed esploderanno a fine maggio. (ParmaToday)

Su altri giornali

“Di questo passo non è pessimistico pensare che a fine maggio ci sarà una nuova ondata, ma assai realistico”. Il periodo di latenza illuderà che tutto stia filando liscio, ma sarà solo un effetto ottico” (Younipa - il blog dell'Università degli Studi di Palermo)

A detta del prof. Crisanti il nostro governo avrebbe dovuto avere maggiore prudenza, seguendo «l'esempio dell'Inghilterra, che solo dopo aver vaccinato il 70 per cento della popolazione si è permessa timide riaperture» Ma quest'idea sarebbe comunque inadeguata ed insufficiente, poiché «la dinamica del virus è complessa. (VeronaSera)

L'inchiesta, in pratica, vuole verificare se la Regione sia stata truffata dalle aziende farmaceutiche con forniture di test poco efficaci. Il microbiologo dell'Università di Padova sarebbe tra le persone già ascoltate dagli investigatori. (ilgazzettino.it)

A La Stampa: «Le restrizioni dei mesi scorsi modereranno le curve per altre due o tre settimane, ma i risultati dei nuovi contagi esploderanno più tardi. Sarebbe stato più opportuno seguire l’esempio dell’Inghilterra,. (IlNapolista)

TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE: E’ di nuovo la Campania la regione con più casi covid in Italia. “L’intensità di un’evitabile ulteriore ondata – osserva Crisanti – dipenderà dal ritmo della vaccinazione e dall’azione della variante inglese o di altre mutazioni, come quella indiana. (Cronache della Campania)

Lo ha detto il presidente del Veneto,, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova, non nega la preoccupazione: «Se la variante indiana è presente in Veneto, allora è arrivata anche in altre parti d’Italia, perché il nostro sistema di controllo ha una sensibilità bassissima». (La Gazzetta di Reggio)