Biennale di Venezia: l’artista israeliana Patir chiude il padiglione. Chiede un accordo sugli ostaggi e il cessate un fuoco

Di Redazione La mostra presso il Padiglione Israeliano alla Biennale di Venezia rimarrà indisponibile fino a ulteriori sviluppi sulla liberazione degli ostaggi. Un manifesto ha ufficializzato la decisione presa dall’artista Ruth Patir, evidenziando che tale scelta non si traduce nella cancellazione dell’esposizione, ma piuttosto rappresenta un gesto di solidarietà nei confronti delle famiglie dei rapiti e della vasta comunità israeliana che invoca un mutamento. (Mosaico-cem.it)

Ne parlano anche altri giornali

L'arte è sempre politica e la politica passa anche dall'arte. Del resto il nuovo presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, ieri lo ha detto chiaramente: «Il padiglione di Israele che decide di non aprire, nell'assoluto della verità capovolge l'atto estremo dell'artista nel mettersi in opera al servizio della verità: il cessate il fuoco. (ilGiornale.it)

(Adnkronos) – Gli ucraini che non sono al fronte si ritrovano insieme per cucire le reti mimetiche o divise per i soldati. La pratica, tradizionale del ricamo e della tessitura collettiva, che era stata abbandonata con l’urbanizzazione, è tornata al centro della vita di molte persone. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Alla fine, a chiuderlo è stata la stessa artista e le sue curatrici: tutte israeliane. Parliamo del Padiglione di Israele, su cui si era appuntata l’attenzione dell’intero sistema dell’arte internazionale e del mondo della cultura in seguito all’appello, lanciato da Art Not Genocide Alliance (ANGA) e firmato da migliaia di artisti e intellettuali di tutto il mondo (tra gli altri, Nan Goldin e Martin Parr), che ne chiedevano a gran voce l’esclusione in conseguenza della scellerata guerra assassina di Netanyahu contro la popolazione inerme di Gaza, seguita a sua volta all’orrendo massacro di ragazzi e civili israeliani da parte di Hamas il 7 ottobre 2023 (qua e qua avevamo documentato le voci favorevoli e contrarie al boicottaggio). (Artuu)

A innescare l'incendio, la decisione che sulla carta avrebbe dovuto spegnere ogni polemica, vale a dire quella presa dagli artisti israeliani di … Non si placa la protesta, anzi, monta fino a infiammare la Biennale di Venezia, che invece di inaugurare mostre e padiglioni, sembra voglia varare un nuovo corso che si rifà storicamente a un passato fatto di slogan e bandiere date alle fiamme. (La Stampa)

«Qui non si boicotta nessuno», dice Pietrangelo Buttafuoco all’apertura ufficiale della 60esima Mostra Internazionale d’Arte di Venezia, un discorso dai toni alti cui non eravamo abituati. Eppure, a poca distanza, un gruppo di manifestanti, saranno state un centinaio di persone, hanno inscenato una manifestazione di fronte al Padiglione d’Israele al momento ancora chiuso, raggiungendo gli spazi di Stati Uniti e Germania. (Liberoquotidiano.it)

LEGGI – Varoufakis: “Non taccio e insisto: boicottiamo Israele” Il padiglione di cui tutti parlano, alla Biennale di Venezia 2024 non ci sarà: Israele non apre. Nessun boicottaggio: alla base c’è la scelta dell’artista espositrice, Ruth Patir. (Il Fatto Quotidiano)