Ilaria Salis, negati i domiciliari e ancora in manette | Prima Ora di Giovedì 28 marzo 2024

Buongiorno. È successo ancora: Ilaria Salis è stata portata al guinzaglio, ammanettata mani e piedi in un’aula di giustizia ungherese. Scene inguardabili in uno Stato di diritto, che riaccendono lo scontro soprattutto in Italia, con la sinistra che accusa il governo di inerzia e il ministro degli Esteri Antonio Tajani che invita a non politicizzare la vicenda, per facilitarne l’esito positivo. Tra le altre notizie, l’offensiva governativa sulle scuole, con l’idea di introdurre nuove regole per limitare il numero degli studenti stranieri in ogni classe. (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altre testate

Lo ha deciso la Corte d'Appello di Milano, che ha accolto la richiesta della Procura generale e dei difensori basata tra gli altri elementi sul "principio di proporzionalità della pena" perché per il reato contestato il giovane rischia, in Ungheria, una condanna da 5 a 16 anni di carcere. (IL GIORNO)

A notarla per primo è Christian Raimo, il movimentista di sinistra che si presenta come il difensore unico dell'antifascismo. Uno che, per inciso, pochi minuti dopo avrebbe detto: "Io insegno a scuola e penso che sia giusto picchiare i nazifascisti", a proposito del caso di Ilaria Salis che proprio per l'accusa di aver partecipato al pestaggio di un esponente di estrema destra in strada a Budapest è in carcere in Ungheria da 13 mesi. (Liberoquotidiano.it)

Lo ha deciso la Quinta Corte d'Appello di Milano (la sezione specializzata in procedure di estradizione) accogliendo la richiesta formulata dal sostituto procuratore generale Cuno Tarfusser e dell'avvocato Mauro Straini, difensore del 23enne. (IL GIORNO)

" Oggi abbiamo avuto due violazioni importanti, Ilaria è stata riportata in tribunale con le catene e poi hanno rifiutato i domiciliari nonostante avessimo fatto tutto quello che ci aveva chiesto di fare il ministero della Giustizia ", ha dichiarato il padre dell'imputata in collegamento dall'aeroporto Budapest con Piazza Pulita su La7. (ilGiornale.it)

Così Roberto Salis, padre di Ilaria, la donna di origini sarde a cui oggi sono stati negati i domiciliari in Ungheria. Per Salis il governo italiano «può e deve fare qualcosa», almeno contro le catene che «non dipendono dal giudice ma dal sistema carcerario, mia figlia non deve essere trattata come un cane». (L'Unione Sarda.it)

"A questo punto dovrò fare una chiamata al Quirinale per cercare di avere una mano dal presidente della Repubblica" Lo ha detto Roberto Salis, intervistato a Piazza pulita su La7. Al processo c'erano sette parlamentari, nessuno della maggioranza". (Gazzetta di Parma)