Coronavirus, allarme pediatri: "Mancano mascherine negli studi, così rischiamo contagio"

Accogliamo con sollievo la notizia – dichiara Biasci – tuttavia rileviamo una grande disomogeneità nella gestione dell’emergenza a livello regionale.

La Circolare del Ministero della Salute sul Coronavirus contiene linee guida molto chiare per la gestione di un caso sospetto.

La denuncia sulla gestione del Coronavirus è del Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri Paolo Biasci che prosegue “Così rischiamo di ammalarci, di diventare veicolo di contagio per persone sane, familiari e rete sociale e di non poter curare i nostri pazienti. (Tiscali.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Eppure questi dispositivi per la protezione individuale mancano negli studi dei 7000 pediatri di famiglia italiani”. Coronavirus. (Quotidiano Sanità)

Anche se gli esperti tranquillizzano in quanto i bambini sono più protetti. “Pensiamo che il coronavirus attacchi di meno i bambini, ma poiché si tratta di un virus nuovo non sappiamo ancora bene come si comporti a livello pediatrico. (La Repubblica)

Con l’invito a “non ricorrere immediatamente al Pronto Soccorso dell’ospedale, e a non recarsi spontaneamente nello studio del pediatra senza prima concordare telefonicamente una visita. Questo consentirà al medico di predisporre una visita senza attese anche in orari diversi da quelli consueti”. (La Stampa)

I coronavirus sono responsabili di infezioni respiratorie che vanno dal comune raffreddore fino a malattie respiratorie più gravi delle basse vie aeree. Fimp Cuneo dr Daniele Tarò. Il Segretario Regionale Fimp Piemonte dr Giulio Michele Barbero (TargatoCn.it)

Professor Alberto Villani, presidente della Società Italiana di Pediatria, primario di Pediatria generale e malattie infettive all’ospedale Bambin Gesù di Roma, il Coronavirus adesso ha colpito anche i bambini. (La Stampa)

"Ci si chiede perché ci siano meno casi di coronavirus rispetto a quelli di influenza: quest'ultima colpisce per antonomasia i più piccoli a causa della vita che fanno, una vita di comunità in cui hanno contatti con moltissimi coetanei. (Today)