La peste suina corre veloce

Ecco, se si presentasse tale dilagare della peste suina, le persone comuni si renderebbero conto del problema creato proprio dalle continue avversità alla nostra attività di abbattimento dei cinghiali in sovrannumero, impedita con ogni mezzo possibile proprio dagli animalisti

I primi casi di Psa in Italia hanno determinato uno stop della caccia e di tutte le attività all’aria aperta nelle zone interessate. (Armi e Tiro)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Ancora nessun contagio è stato rilevato in regione della malattia che colpisce suini domestici e cinghiali e non è trasmissibile all'uomo, ma che, se non fermata, «potrebbe rappresentare un grave danno economico per le aziende emiliano-romagnole che operano nel settore della zootecnia: una seria minaccia che potrebbe mettere in stallo la filiera suinicola, nonché le pregiate produzioni Dop della salumeria nazionale», spiega la Regione. (IlPiacenza)

“Il focolaio di Peste suina africana (Psa) scoperto nei giorni scorsi in provincia di Alessandria, in Piemonte, ci preoccupa molto“. Difatti, già questo provoca una perdita di circa 20 milioni di euro al mese, per il comparto nazionale. (Friuli Oggi)

I nuovi casi sarebbero stati riscontrati nei comuni piemontesi di Ovada, Tagliolo Monferrato, Fraconalto e due a Voltaggio mentre, per quel che riguarda la Liguria, le carcasse infettate sarebbero state ritrovate una nel comune di Isola del Cantone e due in quello di Ronco Scrivia Ai 3 casi già confermati lo scorso fine settimana, infatti, se ne sarebbero aggiunti altri 5, già confermati dalle analisi dell'Istituto Zooprofilattico di Torino. (Telenord.it)

Cresce l’allarme per la sempre più probabile epidemia di peste suina africana a cavallo tra le due regioni confinanti e cresce la necessità di affrontare al più presto, anche con metodi drastici l’emergenza che potrebbe avere effetti devastanti sul settore dell’allevamento e della produzione di salumi e insaccati di tutta Italia (Liguria Oggi)

Una nuova minaccia per la lavorazione e l’export di carni suine, settore molto importante per il Friuli in termini di quantità e qualità. Ma l’allarme arriva subito anche nella nostra regione, come afferma David Pontello, responsabile del comparto suinicolo di Confagricoltura Fvg (Il Messaggero Veneto)

E’ quindi necessario agire con tempestività e fare prevenzione, cercando di eliminare il più possibile i potenziali vettori della malattia, ovvero i cinghiali”. “Se nel nostro territorio – aggiunge Berni – non abbiamo numeri importanti di allevamenti intensivi (anche se la provincia di Siena è fra le prime per allevamenti suinicoli in Toscana), c’è forte preoccupazione per le razze autoctone, perché una malattia come la peste suina africana, in breve tempo farebbe sparire migliaia di capi ed il loro patrimonio genetico. (SienaFree.it)