Via Lattea, la prima immagine del buco nero Sagittarius A* spiegata dagli scienziati

Insieme alla collega astrofisica e ricercatrice Inaf Elisabetta Liuzzo, Goddi ci guida nei segreti di una fotografia che rappresenta una scoperta scientifica storica.

"L'abbiamo sognata per più di vent'anni e ora finalmente eccola qua".

Un'impresa che ha richiesto cinque anni solo per elaborare la gigantesca mole di dati raccolti nel corso di una manciata di notti da otto radiotelescopi distribuiti nei quattro angoli della Terra, dal Polo Sud alla cordigliera delle Ande. (Repubblica TV)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Al centro di Sagittarius A*, come di tutti i buchi neri, la deformazione dello spazio-tempo è talmente spropositata che il tempo perde di significato. di Guido Tonelli. L’immagine di Sagittarius-A, il buco nero al centro della Via Lattea, e prima ancora quella di M87, sono un fondamentale strumento di indagine per studiare questa famiglia di corpi così misteriosi. (Corriere della Sera)

E il buco nero ben si accompagna agli stereotipi del terrore cosmico, come l’asteroide impazzito o la tempesta solare. Così, a tre anni dalle prove fotografiche di un caso analogo nella galassia M87, ecco apparire all’orizzonte un nuovo buco nero. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ma direi che la sfida più grande che dobbiamo affrontare è il fatto che il buco nero si sta evolvendo molto rapidamente” Il buco nero al centro della Via Lattea: “Si evolve rapidamente”. Scienziate e scienziati che lo hanno scoperto: è solo l'inizio. (Agenzia askanews)

Quelle osservazioni del 2017 hanno suggerito che l’oggetto in questione, Sagittarius A (Sgr A), fosse un buco nero, poteva esistere per davvero e l’immagine resa pubblica ieri ha fornito la prova regina di questa tesi. (Avvenire)

Sono stati coinvolti così tanti dati che gli investigatori dell’EHT hanno dovuto spedirsi dischi rigidi per il lavoro scientifico. L’immagine storica rilasciata giovedì scorso, di Sagittarius A* ha richiesto l’impiego di un set di telescopi a livello planetario chiamato Event Horizon Telescope (EHT). (MeteoWeb)

Quello che possiamo osservare dalla terra è la radiazione infrarossa emessa da questo gas poco prima di cadere come in una cascata nel buco nero e rimanere intrappolato per sempre. L’idea di poter addirittura “fotografare” un oggetto così strano come un buco nero è estremamente affascinante. (La Nuova Sardegna)