VIDEO Caso Salis, Tajani: “Catene non vanno bene. Politicizzare non a porta risultati positivi”

“A me interessa il diritto del cittadino italiano, a qualunque idea appartenga”, ha sottolineato il vicepremier “Non va bene. Vanno sempre rispettati i diritti dei detenuti, soprattutto quelli in attesa di giudizio, come prevedono le norme comunitarie”. Così il ministro degli esteri Antonio Tajani ai cronisti che gli chiedevano delle catene con cui è stata condotta in aula Ilaria Salis. “Mi auguro che a Salis possano essere concessi gli arresti domiciliari e che poi possa essere assolta” ha aggiunto il vicepremier, che ha poi aggiunto: “Non politicizziamo il processo, perché se viene politicizzato chi ne subisce più le conseguenze è la Salis”. (LAPRESSE)

La notizia riportata su altre testate

Ilaria Salis resta in carcere: a Budapest il giudice ha respinto l’istanza per ottenere i domiciliari. La maestra 39enne di Monza, detenuta nel carcere ungherese, accusata di presunte violenze commesse nel corso di una manifestazione neonazista nella capitale ungherese l’11 febbraio 2023, è entrata oggi in aula di nuovo in catene. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Dopo sei udienze la Corte d’appello di Milano ha respinto la richiesta di consegna all’Ungheria di Gabriele Marchesi. (La Stampa)

“All’inizio pensavo fossero guardie, poi ho visto i vari simboli nazisti”. “L’ingresso del tribunale era presidiato dai neonazisti che filmavano e fotografavano tutti quelli che arrivavano, con telefonini e telecamere”, ha raccontato al Corriere. (Il Fatto Quotidiano)

"I nostri ministri non hanno fatto una bella figura e il governo italiano dovrebbe fare un esame di coscienza": è quanto ha detto Roberto Salis, il padre di Ilaria, a cui oggi sono stati negati i domiciliari in Ungheria. (Sky Tg24 )

Se in Ungheria questa mattina è arrivato il verdetto della corte ungherese che chiude le porte ai domiciliari per Ilaria Salis, dalle nostre parti la corte d’Appello di Milano - giudici Monica Fagnoni, Stefano Caramellino e Cristina Ravera - hanno negato la consegna all’Ungheria di Gabriele Marchesi colpito da mandato di arresto europeo (emesso ad ottobre ed eseguito lo scorso 21 novembre) perché accusato di aver aggredito tre persone nel corso di una manifestazione neonazista a Budapest dell’11 febbraio 2023, insieme alla connazionale Ilaria Salis, che da quel giorno è detenuta in un carcere ungherese. (Liberoquotidiano.it)

Uno schiaffo irricevibile ai diritti di una persona detenuta, di una nostra connazionale. "Ilaria Salis resterà in carcere a Budapest. (Il Messaggero Veneto)