Elezioni in Iraq, vince la coalizione dello sciita Muqtada Al Sadr: "Basta corruzione"

Con 73 seggi ottenuti su 329, la coalizione Sairoon guidata dal Movimento Sadrista si conferma prima potenza politica del Paese.

Oggi l'Iraq è veramente libero dalla corruzione".

Al Sadr è famoso dal 2003, quando con il suo esercito combatteva gli statunitensi Condividi:. È lo sciita Muqtada Al Sadr, leader del Movimento Sadrista, a vincere le elezioni in Iraq.

Se nelle elezioni del 2018 aveva ottenuto 54 seggi, gridando “basta corruzione” è arrivato ai 73 di quest’anno

Sui 329 disponibili, Sadr avrebbe ottenuto un “numero approssimativo di 73 seggi”, ha detto all’Afp un funzionario sadrista. (Sky Tg24 )

Su altre fonti

Ma da chi finora ha gestito manu militari il paese: le milizie sciite filo-iraniane Forse è per evitare «incidenti» simili che ieri il premier iracheno al-Kadhimi ha personalmente supervisionato la consegna delle urne alla Commissione elettorale. (Il Manifesto)

In calo l'Alleanza per lo stato di diritto dell'ex premier Nouri al-Maliki, che avrebbe ottenuto 37 seggi. Il blocco di partiti guidato dal leader religioso sciita Moqtada al-Sadr ha rivendicato la vittoria alle elezioni di ieri in Iraq, contrassegnate da un elevato tasso di astensionismo. (AGI - Agenzia Italia)

I risultati parziali delle elezioni legislative in Iraq sanciscono il consolidamento delle elite populiste al potere da più di un decennio. L’affluenza alle urne ha segnato il record negativo di tutta l’era post-Saddam: 41% (nel 2018 era stata del 44%) (L'HuffPost)

La creazione della compagine governativa potrebbe richiedere tuttavia settimane di negoziati politici senza che ci sia un chiaro leader all’orizzonte. www. (Come Don Chisciotte)

Si tratterebbe di 9 milioni di persone sui 22 milioni di elettori registrati. Le prime stime danno Sairoon a 73 seggi su 329, una ventina di seggi in più rispetto elezioni del 2018. (La Gazzetta di Mantova)

Ma nel 2011, all’inizio del ritiro di larga parte dell’esercito americano, ancora al Sadr cominciò ad aprire ai partiti di maggioranza. Sono comunque in tanti a sostenere che al Sadr abbia ormai maturato le qualità di negoziatore pragmatico disposto al dialogo con i nemici di ieri. (Corriere della Sera)