Covid, in Italia quasi metà delle imprese è a rischio: i settori e le aree più in crisi
Ansa. I provvedimenti di lockdown introdotti in Italia e all'estero, si legge nel rapporto, hanno svolto "un ruolo non marginale nella contrazione del valore aggiunto dei settori italiani" e in Italia il valore aggiunto è "diminuito dell'11,1% nell'industria in senso stretto, dell'8,1% nei servizi, del 6,3% nelle costruzioni e del 6% nell'agricoltura"
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Scrive l’Istat che in quei dodici mesi sono aumentati “soprattutto gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+5,4%, pari a +717mila)”. E anche in questo caso la differenza è quasi tutta ascrivibile a lavoratori in cassa integrazione, passati nel nuovo calcolo fra gli inattivi (TIMgate)
La principale novità è che ora i lavoratori assenti per più di tre mesi non vengono più considerati occupati mentre prima sì, se percepivano una retribuzione di almeno il 50%. Doccia fredda dell’Istat sull’occupazione: da febbraio 2020 a febbraio 2021 le persone che lavorano in Italia sono scese di 945mila, da 23.142.000 a 22.197.000. (Corriere della Sera)
Il cambiamento nelle abitudini dettato dalla pandemia ha portato inoltre a un maggiore utilizzo dei canali digitali" Le sei regioni classificabili a rischio basso si trovano invece tutte nell'Italia settentrionale (Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Provincia autonoma di Trento)". (la Repubblica)
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In base alle ultime elaborazioni, il 45% delle imprese che possiedono almeno 3 addetti sono a rischio strutturale. L’effetto del Covid sulle Piccole e Medie Imprese secondo gli ultimi rilievi dell’Istat. (Notizieora.it)
Imprese Italia: i numeri Istat sulla crisi Covid. Nel rapporto Istat sulla competitività di sistemi produttivi nazionali emergono innanzitutto i segni del disastro Covid. Crollo del fatturato in tutti i settori in Italia. (Money.it)