La strage al Crocus City Hall: tra accuse e sospetti

La strage al Crocus City Hall di Mosca, avvenuta venerdì scorso, ha lasciato un segno indelebile. L'attacco, rivendicato dal gruppo Isis-K, ha causato la morte di almeno 139 persone. Nonostante le rivendicazioni, in Russia si diffonde l'ipotesi di un coinvolgimento dell'Ucraina, sostenuta dai vertici di Mosca e dai media.

Le accuse russe

Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa da 15 anni e ex direttore del Federal’naja služba bezopasnosti, l’agenzia di sicurezza interna, ha risposto ad una domanda sulla responsabilità dell'attacco indicando l'Ucraina. Questa affermazione è stata rilasciata in un video diffuso da Shot, un canale russo che ha seguito da vicino gli eventi dell'attentato.

Il ruolo dell'Ucraina secondo Mosca

Nonostante il riconoscimento della matrice jihadista dell’attacco da parte di Mosca, l'Ucraina è stata indicata come il “mandante” del massacro. Le indagini iniziali condotte dalle autorità russe hanno immediatamente orientato i sospetti verso Kiev, accusandola di essere stata direttamente coinvolta nell’organizzazione dell’attentato, con il supporto degli Stati Uniti e della Gran Bretagna.

La situazione rimane complessa e le accuse reciproche continuano a creare tensione. Mentre l'Occidente resta scettico sul coinvolgimento dell'Ucraina, in Russia questa ipotesi trova terreno fertile. La verità sulla strage al Crocus City Hall è ancora avvolta nel mistero.

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