Donzelli: "Il governo Meloni non fa la guerra ai magistrati ma faremo tutte le riforme promesse"

Secolo d'Italia INTERNO

"Non facciamo e non faremo mai la guerra ai magistrati, ma da qui a fine legislatura procederemo con tutte le riforme che abbiamo promesso agli italiani". Giovanni Donzelli, deputato e responsabile organizzazione di Fratelli d'Italia, analizza in una intervista alla Stampa la situazione politica in vista dell'appuntamento di mercoledì, (Secolo d'Italia)

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E quando viene concesso, il magistrato deve cambiare corte di appello». Il procuratore denuncia nuovamente il tentativo di far passare i pubblici ministeri sotto il controllo del Governo». (La Stampa)

Nei giorni scorsi la stessa Anm aveva chiesto un incontro al ministro sul tema della riforma della Giustizia, che sarà presentata nelle prossime settimane dal governo. A quanto si apprende dall'associazione, il Guardasigilli parteciperà inoltre come ospite il prossimo 11 maggio a Palermo al congresso dell'Anm, dove era stato invitato dalla stesso sindacato delle toghe. (Il Messaggero Veneto)

A margine della conferenza stampa, il procuratore Nicola Gratteri è intervenuto su alcuni temi delle riforme di legge previste in materia di giustizia. (ilmattino.it)

L'intenzione dell'esecutivo sembra quella di "fare passare i pubblici ministeri sotto il controllo del governo", anche se per adesso si parla solo di progetti di riforma. (Fanpage.it)

È questo il cronoprogramma imposto da Giorgia Meloni anche per mettere fine alle voci incontrollate e spesso imprecise sui punti chiave del provvedimento: dalla separazione delle carriere tra giudici e pm, alla obbligatorietà dell'azione penale, per finire con la sottrazione al Consiglio superiore della magistratura delle funzioni disciplinare a carico delle toghe, esercitate in questi anni in modo che un ex Csm come Antonio Leone, nell'intervista qua sotto, non esita a definire «ridicolo». (ilGiornale.it)

«Sono nettamente contrario - ha detto ancora - e lo ero già quando è stata resa facoltativa la denuncia con la precedente riforma». «Il codice penale non deve essere tagliato con l'accetta per dimostrare all'Europa che il numero dei reati in Italia sono calati». (ROMA on line)