Come cambierà (di nuovo) la Lega

Start Magazine INTERNO

Come cambierà (di nuovo) la Lega Era il movimento d’opposizione più nuovo di tutti, nato fra quattro amici al bar, anzi, dal notaio, per scuotere la politica e perorare la causa dell’autonomia lombarda. Quarant’anni dopo quel 12 aprile 1984, la Lega è diventata il partito più vecchio e si ritrova al governo con l’intento di cambiare l’Italia. Tra l’ambizione regionale e la svolta nazionale, tra il fondatore Umberto Bossi e l’attuale segretario Matteo Salvini che ha portato la Lega dal 4% al massimo storico (il 34,3 alle europee del 2019) commettendo, nel contempo, l’harakiri, anch’esso storico, di abbandonare il primo esecutivo-Conte di cui lui era il vero “comandante”, insomma fra le battaglie per il Nord e quella per costruire il Ponte sullo Stretto, è passata un’intera generazione di politica italiana. (Start Magazine)

Ne parlano anche altre testate

ROMA «Gli insulti di Bossi ci fanno migliorare». Matteo Salvini celebra la festa dei 40 anni della Lega ed evita di polemizzare con il fondatore. (ilmessaggero.it)

I devastanti scenari geopolitici in atto sono infatti tra gli argomenti che più si oppongono all’Italia resa assemblaggio di stat… (La Repubblica)

Anche i leghisti nel loro piccolo s'arrabbiano (con Salvini) I primi quarant’anni della Lega, la Lega che fu di Umberto Bossi e oggi è di Matteo Salvini, coincidono con l’apice della crisi della sua leadership. (LA NAZIONE)

È festa e solo festa deve essere. Anche se il giorno prima è venuto da Gemonio l’affondo-rimprovero del patriarca fondatore: serve una nuova leadership dopo che la Lega per Salvini premier ha deragliato e smarrito gli ideali originari. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

GERENZANO – “Ieri ho partecipato all’unica festa per i 40 anni di Lega Nord, In qualità di consigliere e in qualità di coordinatore nazionale del partito nord”. Inizia così il resoconto di Lisa Molteni del suo incontro con il fondatore delle Lega Umberto Bossi (Il Saronno)

«Bossi non ha insultato nessuno, ci vuole rispetto». A parlare è Roberto Castelli, che a 40 anni dalla nascita della Lega apostrofa gli attuali dirigenti come «ragazzetti senza arte né parte che senza Salvini non saprebbero dove andare» e ne ha anche per l’Autonomia. (Il Dubbio)