Inchiesta Liguria, i pm: sistema corrotto. "Mazzette, regali e voti per ottenere i lavori. L'ombra della mafia"

QUOTIDIANO NAZIONALE INTERNO

– Favori, soldi, voti, donne. Bella vita: barca e caviale, anche come parole in codice per l’invito alla mazzetta. E pure l’accusa maleodorante di aver stretto patti elettorali con la mafia. Nell’inchiesta che decapita la Liguria c’è di tutto. In 650 pagine fitte di retroscena e intercettazioni, la politica più alta della regione si trasforma in un ricettacolo di malaffare. E il governatore, il giornalista Giovanni Toti, eletto per la prima volta nel 2015 e confermato nel 2020 a capo di una lista di centro, c’è dentro. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Su altri media

«Noi, quattro, cinquecento voti siamo in grado di portarli, perché andiamo a chiamarci tutti i riesini nome per nome», dice Arturo Testa, originario di Riesi (Caltanissetta) come il fratello Italo Maurizio. (La Repubblica)

Una «accortezza», che non ha impedito agli investigatori di captare le conversazioni con le quali si sarebbe accordato per far ottenere all’imprenditore genovese grossi favori in cambio di fondi per le campagne elettorali. (Corriere della Sera)

«È una vicenda giudiziaria che risale a parecchi anni fa, forse si poteva intervenire due mesi fa...». Antonio Tajani, sulla vicenda giudiziaria del presidente ligure Giovanni Toti, condivide quanto detto dal Guardasigilli sull’utilità di arresti quando sono passati anni dai fatti: «Il ministro Nordio — ha detto il segretario di Forza Italia — ha un ruolo e può dire ciò che pensa. (Corriere della Sera)

Tutti sanno, e oggi lo scrivono ovunque, che si arresta una persona prima di un processo solo per tre motivi: se si teme che possa scappare, ma non era questo il caso di Toti; oppure se si ha paura che possa inquinare le prove, ma qui parliamo di finanziamenti certificati da lui stesso, avvenuti sul suo comitato elettorale e sulla sua fondazione, un po’ come il caso di Renzi; oppure se c’è il pericolo che il reato venga ripetuto. (Nicola Porro)

Ora la Liguria non può essere messa in un imbarazzo permanente, a causa di un presidente ai domiciliari e di figure legate alla sua maggioranza anch'esse sotto arresto con accuse gravissime": lo dice a Fanpage. (Fanpage.it)

È la mattina del 17 marzo 2022 e Francesco Moncada, consigliere d’amministrazione di Esselunga e marito dell’ad Marina Caprotti, va a trovare Giovanni Toti nel suo ufficio al palazzo della Regione Liguria: nella stanza ci sono le cimici piazzate dalla Procura di Genova, che indaga entrambi per corruzione. (Il Fatto Quotidiano)