Il primo paziente con l’impianto Neuralink: «Mi ha reso indipendente, ora vorrei collegarlo a una Tesla e viaggiare da solo»

Il primo paziente con l’impianto Neuralink: «Mi ha reso indipendente, ora vorrei collegarlo a una Tesla e viaggiare da solo»

Nel 2016, Noland Arbaugh subì una grave lesione del midollo spinale mentre nuotava in un lago. I dettagli che riesce a ricordare sono confusi. Si lanciò in acqua con i suoi amici, e poco dopo esservi entrato sbatté la testa contro qualcosa, o qualcuno. Non riusciva a muoversi ma lentamente risalì a galla. Da allora Arbaugh è paralizzato dal collo in giù. All’epoca andava all’Università, oggi ha 30 anni, e nel tempo ha imparato a muoversi su una sedia a rotelle e ad usare un piccolo joystick per comandare un iPad di fronte a lui. (Open)

Su altre testate

Noland Arbaugh è il paziente zero dello studio “Prime” grazie a cui è stato posizionato il primo impianto cerebrale di Neuralink, la startup americana fondata nel 2016 dal miliardario Elon Musk. (L'HuffPost)

Troppi dei 1.024 elettrodi sottili come un capello si sono staccati dal cervello di Noland Arbaugh, il primo paziente umano ad aver ricevuto un impianto Neuralink, ma la società di Elon Musk è già riuscita a trovare l’origine del problema e anche la soluzione, che verrà applicata con un nuovo intervento sia al primo paziente che al secondo impianto previsto per giugno. (macitynet.it)

Neuralink è pronta per continuare la sperimentazione dei propri chip su 10 altri pazienti entro la fine dell'anno: il prossimo potrebbe essere già a giugno. La Food and Drug Administration ha dato il via libera per installare i chip a 8 mm di profondità nel cervello. (Geopop)

Com'è la vita con il chip Neuralink? Ecco la testimonianza del primo impianto

In seguito i medici hanno confermato che Arbaugh era rimasto paralizzato dal collo in giù. (WIRED Italia)

Noland Arbaugh è il primo paziente al mondo ad avere un chip di Neuralink impiantato nel cervello. (Fanpage.it)

Il dispositivo, collegato al cervello tramite fili ultrasottili dotati di elettrodi, ha permesso al paziente di utilizzare dispositivi elettronici per svolgere attività sui social, rispondere alle email e molto altro. (Tom's Hardware Italia)