Forte calo del Pil svizzero: giù del 2,6%

Corriere del Ticino ECONOMIA

L’epidemia di coronavirus e le restrizioni imposte per limitarla hanno pesato fortemente sull’economia svizzera nel primo trimestre: il prodotto interno lordo (Pil) si è ridotto del 2,6%, a fronte di una crescita dello 0,3% nei tre mesi precedenti.

Un impulso negativo di dimensioni storiche è arrivato inoltre dal settore sanitario (-3,9%), dato che molti trattamenti sono stati temporaneamente sospesi. (Corriere del Ticino)

Su altri giornali

La Seco ha anche rivisto i dati sul Pil del 2019: la crescita reale è stata dell'1,0% invece del +0,9% indicato in precedenza. A causa del cedimento congiunturale a livello mondiale vi è stata una sensibile diminuzione delle esportazioni in molti settori industriali. (Ticinonline)

La chiusura dei negozi a partire dal 17 marzo ha determinato un forte calo nell’acquisto di mobili e abbigliamento, ma le spese per la mobilità, il tempo libero e la salute sono diminuite fortemente. L’industria manifatturiera (-1,3%) ha fatto registrare il maggiore calo dopo quello dovuto la rimozione del tasso di cambio minimo tra franco e euro a inizio 2015. (RSI.ch Informazione)

Il BAK anticipa un tasso di disoccupazione del 3,8% quest’anno, del 4,5% il prossimo e del 3,7% quello seguente. Per il 2022 la stima è di un +3,2% - 1,5 punti percentuali in meno che in assenza dell’epidemia. (Corriere del Ticino)

Il blocco delle attività economiche legato alla pandemia di coronavirus in Svizzera ha avuto un impatto importante sul Prodotto interno lordo del primo trimestre, che registra una flessione del 2,6% rispetto al trimestre precedente (quando invece era aumentato dello 0,3%). (Corriere del Ticino)

In conclusione, la domanda finale interna (-2,7%) ha subito la contrazione più marcata degli ultimi decenni. Le importazioni di merci (-1,1%) sono invece diminuite, dato il calo della domanda interna. (Ticinonews.ch)