L'omaggio del Sindaco a Gino Strada, fondatore di Emergency

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Il pensiero di Gino Strada e l'azione concreta della sua creatura, Emergency, hanno salvato negli ultimi 30 anni migliaia di persone negli scenari di guerra più cruenti del globo, tra povertà e miseria.

Questa mattina, il sindaco Minervini ha voluto ricordarlo e sopratutto elogiarne l'operato; di seguito le parole del primo cittadino.

Medico, filantropo e attivista, Strada ha sempre osteggiato ogni conflitto, affermando che la guerra non si può umanizzare, si può solo abolire. (MolfettaLive)

Su altri giornali

La famiglia si sta occupando delle pratiche burocratiche. Il sindaco Roberto Di Stefano (Forza Italia) ha detto di essere pronto a chiedere una deroga al prefetto per poter intitolare una strada o una piazza della città a Strada (normalmente ciò può avvenir 10 anni dopo la morte) (MilanoToday.it)

Il primo commento di Cecilia Strada, dopo la morte del padre, è stato questo. Con la mamma chiamavamo Emergency “il mio fratello più piccolo”. (L'HuffPost)

Le onde s’infrangono sul ponte della nave umanitaria “People Saving People” da cui, al largo della Libia, Cecilia Strada si prende la pausa per una sigaretta e ricorda il fondatore di Emergency, suo padre. (La Stampa)

L'idea è partita da Alessandro Lanzani, medico di `Tamponi sospesi´, che l'ha promossa sul suo profilo Facebook: «Come mi piacerebbe che in questo momento di dolore il Comune a Milano con procedura di urgenza assoluta decretasse prima dei funerali di Gino di intestargli una strada o una piazza per accoglierlo degnamente». (AGI - Agenzia Italia)

Laura Lezza Getty Images. Gino Strada non piaceva granché, perché in modo naturale si guardava bene dal ricalcare la figura del medico asettico, protetto dal recinto dialettico del suo mestiere di specialista, capace di fornire unicamente pareri tecnici e mai riflessioni “scomode”. (Esquire Italia)

Il fatto che la sanità sia un'azienda fa già capire molte cose perché come tale deve fare profitto e avere bilanci in pari. Tornando a quegli anni Nardini ricorda: “Lavorare con lui mi ha cambiato la vita, non solo dal punto di vista professionale (Città della Spezia)