Una loggia tarantina su… Marte

L’attrito con l’aria del pianeta ha rallentato notevolmente la caduta, ma ha scaldato la capsula che protegge la sonda a oltre mille gradi.

La loggia tarantina n. 1536 del Grande Oriente d’Italia si accinge a festeggiare il secondo anniversario con una iniziativa davvero speciale.

Destinazione Marte.

Infine, a due chilometri d’altezza, la navicella si è staccata dallo schermo protettivo posteriore e quindi dal paracadute, affidando la successiva discesa agli otto retrorazzi della Skycrane, certamente una delle più suggestive invenzioni della Nasa

“Libero pensiero” nello spazio. (TarantoBuonaSera.it)

Su altre testate

La foto resa disponibile dalla NASA mostra l’esultanza dei membri del team del rover Perseverance dopo aver ricevuto la conferma che il veicolo spaziale è atterrato con successo su Marte. Il rover caratterizzerà la geologia del pianeta e il clima passato, aprirà la strada all’esplorazione umana del Pianeta Rosso e sarà la prima missione a raccogliere e memorizzare roccia e regolite marziane (Corriere della Sera)

Presto o tardi che arrivi questo momento, il nuovo (o la nuova) Neil Armstrong dovrà coprirsi bene. Tutte missioni che permetteranno di conoscere meglio il quarto pianeta del sistema solare per distanza dal Sole, in attesa di una missione che un giorno porti anche un essere umano sulla superficie di Marte. (Il Sole 24 ORE)

Le immagini che dovrà elaborare arrivano da Marte direttamente nella sua casa di Castello di Cisterna a due passi da Brusciano, dove accudisce i suoi bimbi, due gemellini di 5 mesi. È possibile quindi che esistano forme di vita su Marte? (Il Mattino)

«L’Italia ha un ruolo da leader nell’esplorazione spaziale e nell’ambiziosissimo programma Mars Sample Return di cui il rover Perseverance è il primo capitolo», ha commentato il presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Giorgio Saccoccia. (Corriere della Sera)

“Questa biografia è la prova che Daniele non è soltanto un ricordo, ma che è vivo e vibrante non solo per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo”, dice Renato Chiocca che seguì l’alpinista pontino nella prima spedizione sul Nanga, per girare il documentario La Montagna Nuda. (Lunanotizie)