Aumentano occupazione e lavoro povero: cosa ci dice il rapporto Istat

Liberoquotidiano.it INTERNO

Roberto Formigoni 20 maggio 2024 Parliamo di lavoro, tema che resta al primo posto nelle preoccupazioni degli italiani. L’ultimo rapporto dell’Istat, l’Istituto che ogni anno fornisce con i suoi dati il quadro della salute dell’Italia in tutti i campi, fornisce un’immagine in controluce. Continua a crescere l’occupazione, soprattutto quella a tempo indeterminato (molto bene!). Ma purtroppo è in salita anche il lavoro povero, quello che non permette al lavoratore di rispondere col suo stipendio a tutte le esigenze della famiglia. (Liberoquotidiano.it)

Ne parlano anche altri giornali

La sociologa sui dati Istat: «Aumentano i settori in cui non si riesce a vivere: il lavoro povero non è solo nei settori dequalificati, anche gli insegnanti e i ricercatori sono a rischio». Da il manifesto Professoressa Saraceno, sociologa e esperta di povertà e welfare, il rapporto Istat uscito ieri mattina ci dice che l’economia va meglio ma la povertà ha raggiunto «livelli mai toccati negli ultimi dieci anni». (sbilanciamoci.info)

Scotto (Pd): "Meloni negazionista della povertà, serve salario minimo" (L'Unione Sarda.it)

Pari al 9,8% della popolazione - la percentuale più alta registrata negli ultimi 10 anni. (Sky Tg24 )

Milano – L’istantanea scattata dall’Istat va osservata in controluce. La retrospettiva cambia però lo scenario complessivo: guardando all’andamento del pil dal 2000 a oggi, la ripresa è stata parziale, tanto che solo alla fine del 2023 si torna ai livelli del 2007. (IL GIORNO)

Sono i dati del Rapporto annuale ISTAT 2024, che analizza i punti di forza del Paese nel reagire alle molteplici tensioni economiche degli ultimi anni in un confronto con le altre tre grandi economie europee. (PMI.it)

Leggendo i vecchi manuali di politica economica si scopriva che i governi conservatori producevano tipicamente sviluppo, aumentando però le disparità sociali, anche per effetto di politiche di bilancio restrittive (quindi con conti in ordine), mentre i governi progressisti miglioravano le condizioni degli strati sociali più poveri, anche a costo di uno sviluppo economico più contenuto, e deficit e debito pubblico più alti. (L'HuffPost)