La seconda dose del vaccino Covid di Johnson & Johnson aumenta l’efficacia al 94% negli USA

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La seconda dose del vaccino Covid di Johnson & Johnson aumenta l’efficacia al 94% negli USA Una seconda dose del vaccino anti Covid di Johnson & Johnson eseguita a due mesi dalla prima ha aumentato l’efficacia contro la COVID-19 (moderata e grave) al 94 percento negli Stati Uniti.

Leggi anche Contro la variante Delta potrebbe servire un richiamo per il vaccino monodose di Johnson & Johnson. Come indicato, gli scienziati hanno mostrato anche l'efficacia della singola dose, com'è attualmente prevista la somministrazione standard del vaccino adenovirale. (Scienze Fanpage)

Su altre fonti

https://it.sputniknews.com/20210921/vaccinazione-anti-covid-jj-pubblica-dati-sui-benefici-della-dose-di-richiamo-12993502.html. Vaccinazione anti-Covid, J&J pubblica dati sui benefici della dose di richiamo. (Sputnik Italia)

Vaccino Covid Johnson & Johnson, dove finiscono le dosi italiane. E l’Italia? Il vaccino Johnson & Johnson a iniezione singola, sviluppato dalla sua azienda farmaceutica Janssen, ha ricevuto un’autorizzazione all’uso di emergenza (EUA) negli Stati Uniti il 27 febbraio 2021 e un’autorizzazione all’immissione in commercio condizionale (CMA) da parte della Commissione europea l’11 marzo. (QuiFinanza)

(HelpMeTech)

Novità per il vaccino "a dose singola": secondo l'azienda un'iniezione di richiamo a due mesi dalla prima dose garantirebbe un aumento della protezione contro i casi gravi di COVID-19 portandola al 100%. (Today.it)

Il vaccino Johnson&Johnson raggiunge il 94% di efficacia per la protezione dalla malattia moderata o grave con la seconda dose a 2 mesi dalla prima. I dati. I nuovi dati diffusi da J&J arrivano sia da trial clinici di fase 3 sia dal mondo reale, sugli immunizzati negli Stati Uniti (Tiscali Notizie)

I nuovi dati adesso potranno influenzare la decisione dei regolatori su un'eventuale seconda dose per i quasi 14,9 milioni di persone che hanno ricevuto il Johnson & Johnson. Ma stando ai dati precedenti, già pubblicati, una dose di richiamo somministrata sei mesi dopo la prima porterebbe a livelli di anticorpi ancora più elevati. (LiberoQuotidiano.it)