Onde gravitazionali: le scoperte di una nuova astronomia

La somma “algebrica” delle masse iniziali è 151 masse solari, circa 9 masse solari in più rispetto alla massa del buco nero prodotto.

Ora questo evento è stato osservato e verificato e inizia adesso la costruzione di una integrazione soddisfacente della teoria sui buchi neri.

La scoperta è estremamente rilevante, per via delle masse dei buchi neri coinvolti.

Il primo evento rilevato nel 2015 riguardava la fusione di due buchi neri di piccole dimensioni. (Innovation Nation)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Grazie al lavoro coordinato di due grandi gruppi internazionali di astronomi, di cui ha fatto parte anche Ruben Sánchez-Ramírez, ricercatore dell'Inaf, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, è stato possibile indagare sulla firma elettromagnetica lasciata da uno degli eventi cosmici più catastrofici in assoluto, ovvero la collisione tra una stella di neutroni e un buco nero , uno tra gli oggetti più pesanti dell’Universo. (Sky Tg24 )

Ma secondo Berry, così come per altri studiosi, il buco nero più interessante non è quello derivato dalla fusione. “Si tratta di una rivelazione scioccante, perché non ci aspettavamo l’esistenza di simili buchi neri”, prosegue. (National Geographic Italia)

Martedì 15 settembre 2020 - 12:36. Virgo, dalla caccia a onde gravitazionali dati unici su clima e mare. L'Università di Pisa li userà per studiare moto ondoso Mar Tirreno. Roma, 15 set. (askanews) – Coi suoi due bracci di 3 chilometri adagiati nella campagna pisana, vicino Cascina, l’interferometro Virgo è uno dei tre più grandi e sensibili rivelatori di onde gravitazionali al mondo. (askanews)

Stuart Reid, uno dei responsabili del Dipartimento di Ingegneria Biomedica a Strathclyde nonché unico membro britannico dell’Instrument Science Board per l’ET, questo nuovo rilevatore di onde gravitazionali potrebbe “permetterci di mappare come l’espansione dell’Universo e osservare eventi completamente nuovi”. (Notizie scientifiche.it)

Un sofisticato algoritmo ha poi controllato automaticamente milioni di rilevamenti per identificare eventi astrofisici plausibili che potrebbero essere collegati a un evento Nsbh. «Se potessimo catturare la luce della kilonova da una fusione Nsbh, potremmo capire quali elementi pesanti si formano in questi sistemi e come. (Media Inaf)