La Biennale è una terra straniera

Sarà stato il titolo a suggestionarmi, ma quest’anno negli spazi della Biennale d’Arte di Venezia mi è sembrato di sentir parlare più lingue del solito: davanti a me al bookshop, in fila per acquistare la versione economica del catalogo, tutti si lamentavano (in inglese, francese, spagnolo) che fosse disponibile soltanto in italiano (la versione inglese ovviamente esiste, ma per qualche motivo, o errore, non era ancora disponibile). (Rivista Studio)

La notizia riportata su altri giornali

Tra le decine di eventi in calendario, ce n’è uno in particolare che interpreta il tema in chiave gastronomica, utilizzando l’alimento che storicamente e culturalmente ha da sempre rappresentato un terreno di condivisione, privo di frontiere, il pane. (Dissapore)

La mostra Stranieri Ovunque lascerà dunque spazio e voce ad artisti che sono essi stessi stranieri, immigrati, espatriati, diasporici, émigrés, esiliati e rifugiati, persone che si trovano ai margini del mondo e che vengono trattati come stranieri nel loro stesso Paese. (Vanity Fair Italia)

Giorno tre (Il giornale dell'Arte)

L'apertura della Biennale d'Arte porta a Venezia ancora più visitatori, questa volta pescando tra un pubblico selezionato e interessato di chi ama l'arte, il design e la passione per le cose autentiche. (Vogue Italia)

Il padiglione dell'Italia: Massimo Bartolini, “Bodhisattva pensieroso su La bemolle”, 2024 - Agostino Osio per AltoPiano/La Biennale di Venezia (Avvenire)

Titolo di questa edizione Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere, dunque una Biennale incentrata sul concetto di straniero come immigrato, rifugiato, esule, e quindi, emarginato. Parole del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro per la 60ˆ Esposizione Internazionale, aperta al pubblico dal 20 aprile al 24 novembre 2024 e per sei mesi ospitata negli spazi dei Giardini e dell’Arsenale della città lagunare. (ANCI)