Mafia, ritrovati un migliaio di pizzini di Messina Denaro

Grandangolo Agrigento INTERNO

Sono circa un migliaio i pizzini, riconducibili al boss Matteo Messina Denaro, quindi da lui scritti o a lui rivolti, scoperti dai carabinieri del Ros nel covo del boss a Campobello di Mazara e nelle due case (quella di campagna di Campobello e quella di Castelvetrano) della sorella Rosalia, arrestata ieri per mafia. Una miniera d’oro di informazioni sulla quale gli investigatori, coordinati dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Paolo Guido e dai pm Piero Padova e Gianluca de Leo, stanno lavorando. (Grandangolo Agrigento)

La notizia riportata su altri giornali

I termini usati dal latitante, la consapevolezza della presenza di microspie e telecamere nascoste per la scelta dei luoghi in cui incontrare la sorella, fanno pensare che il capomafia sapesse puntualmente come e dove fossero state piazzate le trappole per lui: «L’evidente tecnicismo lessicale utilizzato – scrive il gip – fa senza dubbio ipotizzare il potenziale coinvolgimento di appartenenti alle forze dell’ordine o di specialisti forniti di uno specifico know how nel settore, unici in possesso di tali preziose informazioni». (RagusaNews)

Mostra un boss indipendentista che non riconosce lo stato. Fra i pizzini di Messina Denaro mai distrutti dalla sorella che gestiva cassa e messaggi ci sono i dettagli che hanno portato alla cattura, nessun riferimento ai soldi della famiglia ma c’è un antico messaggio del 2013 che viene a galla. (BlogSicilia.it)

Finisce in manette anche la sorella dell’ultima primula rossa della mafia siciliana. L’arresto di Rosalia Messina Denaro (BlogSicilia.it)

PALERMO – Ora è caccia alle talpe e ai complici. Nella gamba della sedia a casa di Rosalia Messina Denaro non c’era solo il diario clinico di Matteo Messina Denaro. Nei pizzini sequestrati alla sorella Rosalia nuovi spunti investigativi (Livesicilia.it)

Avrebbe gestito anche la “cassa” e la rete dei pizzini, consentendo quindi all’ex primula di comunicare con i suoi uomini nel corso della sua lunga latitanza: “Avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettazione ed omertà che ne deriva – si legge nell’ordinanza – e per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o, comunque, il controllo di attività economiche”. (BlogSicilia.it)

Matteo Messina Denaro si sentiva perseguitato dalla Stato. Lo scrive in uno dei pizzini ritrovata a casa della sorella Rosalia, arrestata per associazione mafiosa e per aver favorito la sua latitanza. “siamo stati perseguitatati – scrive come se fossimo canaglie. (Sky Tg24 )