Primo maggio, festa del lavoro: origini, storia e significato. Tutto nacque con lo sciopero per le otte ore del 1886 in America

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Il primo maggio viene celebrato in tutto il mondo come la Festa dei Lavoratori. Ma da dove nasce questa tradizione? Dagli eventi del 1886 alla diffusione in tutto il mondo. Ecco la storia del giorno che celebra i lavoratori Il Primo Maggio è universalmente noto come la giornata dedicata alla celebrazione del lavoro in molti paesi del mondo. La sua scelta non è casuale, ma è radicata in eventi storici significativi. (FIRSTonline)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Da 5 anni la sede di Sinergia è ad Albino, in un plesso produttivo dove la presenza di aziende e di lavoratori è davvero importante. Norma Scandella, classe 1967 originaria di Clusone, dal 1996 partecipa alla costituzione della società Sinergia Spa, dal 2020 ne è presidente e la gestisce con la figlia Maria e con altri 120 preziosissimi collaboratori. (BergamoNews.it)

Vorrei festeggiare con voi la festa del Primo Maggio raccontandovi una storia, una vecchia storia, così vecchia che potrebbe sembrarvi inaudita. Una storia di lavoratori naturalmente, che il Primo Maggio è la loro festa; sì, non la festa del lavoro ma di chi lo vende, chi vende le proprie mani e la propria mente a prezzi di mercato. (La Stampa)

Il Primo Maggio: una celebrazione tra storia e rivendicazione. La radice di questa celebrazione affonda le sue origini nell’Haymarket Affair del 1886, avvenuto a Chicago, negli Stati Uniti. (Positanonews)

È una festa bellissima ed è giusto darle il giusto valore, a partire dal primo articolo della nostra Costituzione. L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. (Luce)

Ne parliamo con due docenti dell’Università Politecnica delle Marche, il professor Francesco Orazi, docente di Sociologia dei processi economici e del lavoro, e il professor Antonio di Stasi, docente di Diritto del Lavoro. (Centropagina)

«Il primo maggio non è la festa della Cgil, ma di tutti i sindacati e di tutti i lavori, che hanno bisogno di nuove tutele, dal diritto all’apprendimento a misure di welfare integrativo», dice Maurizio Sacconi, ministro del lavoro del governo Berlusconi IV, presidente dell’associazione "Amici di Marco Biagi”, il giuslavorista ucciso dalle nuove Brigate rosse nel 2002. (Italia Oggi)