Il campo largo si spacca a Bari dopo l'inchiesta sul voto di scambio: le primarie Pd-M5s non si faranno

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Saltano le primarie giallorosse a Bari dopo l'inchiesta sul voto di scambio. "Non ci sono più le condizioni per svolgerle seriamente", ha detto Conte. Dal Pd parlano di scelta "incomprensibile" e aggiungono: "Non accettiamo lezione di legalità". (Fanpage.it)

La notizia riportata su altri giornali

E lo scontro deflagra, alla fine, anche all’interno del campo largo, che aveva trovato con fatica un accordo per le primarie, in modo da scegliere il successore di Decaro. Prima l’eventualità di uno scioglimento del Comune per presunte infiltrazioni mafiose, sollevata direttamente dal governo. (Open)

Parafrasando il titolo di un celebre libro, il campo largo si è fermato a Bari. Il terremoto giudiziario che vede indagata l’ormai ex assessore regionale ai Trasporti, la dem Anita Maurodinoia, è solo la punta dell’iceberg di uno scossone politico ben più rilevante. (ilGiornale.it)

"È inconcepibile che un leader nazionale venga a Bari e decida di sospendere le primarie. E lo decide sulla base di una inchiesta che non c'entra niente con le primarie. (Tiscali Notizie)

“È sorprendente perché Conte mette in conto di perdere Bari per fare un dispetto al Pd e credo che invece ancora ora, a mente fredda, si debba ragionare tenendo conto di un quadro che non deve essere sottovalutato né minimizzato. (Il Fatto Quotidiano)

Ora, Giuseppe Conte, davanti alla levata di scudi dell’intero Pd e ai toni aspri della segretaria Elly Schlein, si mette sulla difensiva. Schlein ha preso male la scelta annunciata ieri di cancellare la partecipazione del M5s alla primarie appoggiando in ogni caso Michele Laforgia: «Mi dispiace di questa reazione» del Pd, dice Conte, «ma noi non accettiamo mancanza di rispetto e nessuno può permettersi di dire che il M5s è sleale o alludere a questo». (Open)

L’ultima in ordine di tempo riguarda Anita Maurodinoia, l’assessora regionale ai Trasporti – ormai ex dopo le dimissioni rassegnate sia dalla giunta che dal Pd – indagata con l’ipotesi di corruzione elettorale per aver, attraverso suo marito Sandro Cataldo ora ai domiciliari, comprato per 50 euro i voti per eleggerla al Consiglio regionale nel 2020. (Il Fatto Quotidiano)