Scacco matto alle rinnovabili 2023, il nuovo report di Legambiente sulla transizione energetica in Italia

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Ostacoli normativi, burocratici e culturali: il nuovo report di Legambiente “Scacco matto alle rinnovabili 2023” denuncia gli impedimenti che frenano la transizione energetica in Italia e le sabbie mobili burocratiche che condannano la Penisola. Scacco matto alle rinnovabili 2023, il nuovo report di Legambiente sulla transizione energetica in Italia Nel Paese, sono 1.364 gli impianti in lista d’attesa e in fase di valutazione: il 76% si trova tra Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna (LA NOTIZIA)

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Sono 1.364 quelli in lista d’attesa e ancora in fase di valutazione, il 76% distribuito tra Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna. In Italia — insomma — lo sviluppo delle rinnovabili continua ad essere una corsa ad ostacoli, come si legge nel rapporto di Legambiente «Scacco matto alle rinnovabili», presentato alla fiera della transizione energetica K. (Corriere della Sera)

Italia in forte ritardo nella realizzazione di nuovi impianti da rinnovabili: sono 1364 quelli in lista d'attesa e ancora in fase di valutazione, il 76% distribuito tra Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna (quotidianodipuglia.it)

E la realizzazione di nuovi impianti per generare energia pulita quasi un miraggio. Secondo il nuovo report di Legambiente «Scacco matto alle rinnovabili 2023», presentato alla Fiera sulla transizione energetica K. (Corriere della Sera)

ANCONA. In un’Italia già complessivamente in forte ritardo nel rilascio delle autorizzazioni per le fonti energetiche rinnovabili, le Marche sono ultime come performance nel rilascio delle autorizzazioni per il fotovoltaico fra il 2019 ed il 2022 e non classificata per l’eolico, secondo i dati Elemens per R. (La Nuova Riviera)

A pesare in prima battuta norme obsolete e frammentate, la lentezza degli iter autorizzativi, gli ostacoli e le lungaggini burocratiche di Regioni e Soprintendenze ai beni culturali i due principali colli di bottiglia dei processi autorizzativi. (ravennanotizie.it)

L’associazione ambientalista spiega che il governo Draghi e quello Meloni nell’ultimo anno hanno semplificato le procedure ministeriali, e che i Consigli dei ministri hanno sbloccato molti impianti. (Il Dispaccio)