Scontro fra giornalisti sullo sciopero Rai

La Stampa INTERNO

«Rai megafono dei partiti», tuona un comunicato dei cdr. Nessuna novità, in effetti, se non fosse che l’agitazione arriva in un momento in cui l’azienda è scossa da quella che sembra una tempesta perfetta, con star di casa che sbattono la porta, programmi “nuovi” affidati a volti graditi alla maggioranza che sono andati male (vedi Nunzia De Girolamo), un Terzo Polo che rimescola le carte e appare… (La Stampa)

Ne parlano anche altri giornali

"La Rai ostaggio dei partiti”. Un pacchetto di cinque giorni di sciopero proclamato a larghissima maggioranza (otto voti contrari e un astenuto) dall’assemblea dei Cdr e dei fiduciari della Rai. (la Repubblica)

Lo auspicano i Verdi europei con una richiesta alla Commissione Ue di indagare le interferenze governative sulla libertà di stampa in Italia. Il caso finisce sotto i riflettori proprio nel giorno in cui la premier Meloni è arrivata nella capitale europea per il vertice dei capi di Stato e di governo dei 27 che prosegue e si chiude oggi. (il manifesto)

L’Assemblea – spiega una nota – “contesta la volontà di trasformare il servizio pubblico nel megafono dei partiti, e all’azienda gli accorpamenti di testate calati dall’alto che svuoterebbero Radio1 della sua vocazione all news, la mancata volontà di indire una selezione pubblica per sostituire gli oltre 100 colleghi usciti dalla Rai negli ultimi anni, il mancato rispetto degli accordi sindacali sugli organici nella Tgr, l’assenza di risorse per stabilizzare i precari che lavorano nelle reti, i tagli alle troupe e la disdetta da parte del vertice del premio di risultato”. (Il Fatto Quotidiano)

I tempi sono da record, bisogna ammetterlo: «L’Assemblea dei Cdr e dei fiduciari della Rai proclama a larghissima maggioranza (8 voti contrari e un astenuto) lo stato di agitazione e affida a Usigrai un pacchetto di 5 giorni di sciopero». (ilGiornale.it)

In gergo si chiama «soccorso rosso», cioè l'unione di forze diverse (giornalismo, magistratura, politica) per combattere un nemico comune. Fuori di formalità e giri di parole, il sindacato della Rai, a maggioranza di sinistra, si fa partito lui stesso e scende in campo contro il governo in piena campagna elettorale. (ilGiornale.it)

I giochi si decideranno soltanto poi, quando i voti saranno nero su bianco e i rapporti di forza ben definiti. Tutto questo dibattere attorno all’ex premier e numero uno della Bce sembra quasi infastidirla. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)