25 Aprile, Scurati legge monologo: ovazione in piazza Duomo

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Milano, 25 apr. Ovazione per Antonio Scurati in piazza Duomo al termine della sua lettura dal palco del monologo prepararatpo per la trasmisione di Rai3 di Serena Bortone ma mai andato in onda. Una sola l'aggiunta da parte dello scrittore al testo ben noto: la sottolineatura che "anche questo 25 aprile non hanno pronunciato la parola antifascismo...". Sceso dal palco, a favor di fotografi un caldo abbraccio fra lo scrittore e la segretaria del Pd Elly Schlein (Tiscali Notizie)

La notizia riportata su altri media

“Dietro la censura che c’è stata nella Rai, ma anche la dichiarazione della presidente del Consiglio, trovo gravissimo l’attacco denigratorio, di violenza, verso un intellettuale, uno scrittore importante, che semplicemente ha detto quello che pensava, tra l’altro su richiesta del servizio pubblico”, così Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, fuori da Palazzo Madama commentando il caso Scurati. (Il Fatto Quotidiano)

Per chi conserva nella memoria un pizzico della migliore produzione televisiva che fu, non sarà difficile ricordare la presenza di Giordano Bruno Guerri al Maurizio Costanzo Show, scrittore e saggista di altissimo spessore, nonché intellettuale raffinato, che non si è mai omologato al "pensiero dominante". (Il Giornale d'Italia)

E terzo: sarebbe il caso di smetterla di fare la vittima, perché Scurati tutto è tranne che un povero intellettuale preso di mira dal potente dio turno. Primo: non c’è nessuna “censura” ai suoi danni. (Nicola Porro)

Tutte le forze di opposizione hanno invece votato a favore della proposta, avanzata dal deputato Pd Stefano Graziano (LAPRESSE)

Prima ancora d’aver completato l’indagine interna da lui stesso avviata al grido di «chi ha sbagliato paga», l’ad Roberto Sergio si rimangia la linea dura — tutti i «provvedimenti drastici» annunciati ai giornali amici — e assolve i dirigenti meloniani della Rai: nessuno avrebbe impedito ad Antonio Scurati di partecipare al prog… (la Repubblica)

Nel luglio 2022, lo scrittore che oggi si atteggia a dissidente scrisse una lettera aperta all’allora premier lodandone il «piglio del dominatore» e sottolineando che i suoi avversari «non valgono una sua unghia». (La Verità)