Addio a Cesare Giaccone, lo chef pittore

Se ne va così un cuoco di Alta Langa, in una notte di maggio, quando il fuoco è spento, la cucina riordinata, l’ultimo cliente già in febbrile attesa della prossima cena. Cesare Giaccone, a 77 anni, ha compiuto il passo d’addio a Dogliani, nella casa di riposo ideata da Giovanni Battista Schellino, il Gaudì delle Langhe. Lì riceveva gli amici, ogni volta riandando a questa o a quella omerica tavola, offrendo generosamente questo e quel ricordo di una civiltà che fu, di una vita ideale smarrita forse per sempre. (La Repubblica)

Su altri giornali

Albaretto della Torre e la Langa tutta piangono lo chef degli chef Cesare Giaccone, l’uomo per cui Robert De Niro partì da Los Angeles attratto dalle recensioni entusiastiche del celeberrimo capretto arrosto cotto, lentamente per almeno sette ore, sul fuoco alimentato a legna. (Corriere della Sera)

Con il suo ristorante ha regalato estro, creatività, sapori indimenticabili, conquistando commensali in tutto il mondo, compresi musicisti, personaggi famosi e attori. (TargatoCn.it)

Col suo temperamento fiero e schietto, tal quale i suoi piatti icona, ha esportato e promosso come nessuno prima di lui la tradizione langarola ben al di fuori dei confini regionali. Cesare Giaccone è stato e rimarrà sempre un simbolo della ristorazione piemontese, amato trasversalmente da clienti diventati amici nel corso della sua attività lunga quasi mezzo secolo e da personaggi del mondo della letteratura, dello spettacolo, del cinema. (Gambero Rosso)

Cesare Giaccone, il cuoco che per primo dal suo ristorante di Albaretto Torre ha rinnovato ed esaltato la cucina di Langa facendola diventare una questione davvero internazionale, è passato da un «angolo di paradiso» all’altro. (La Stampa)

Il cuoco-pittore di Albaretto della Torre aveva 77 anni. Dopo varie esperienze nel mondo era tornato sulle sue colline, dove anche De Niro venne ad omaggiarlo (Cuneodice.it)

Erede di una tradizione di famiglia iniziata con i suoi genitori, che a inizio Novecento avevano aperto in paese l'”Osteria dei cacciatori”, Giaccone era tornato al borgo natio dopo un apprendistato professionale a Cogne e a Torino e con dedizione e passione straordinarie in breve tempo aveva fatto della sua cucina un punto di riferimento internazionale. (LaGuida.it)