"Occhi feroci, occhi bambini": alla Manfrediana la presentazione del volume su Ayrton Senna

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Lunedì 29 aprile, alle 18.30, la biblioteca Manfrediana di Faenza ospita, a ingresso gratuito, la presentazione del libro ‘Ayrton Senna – Occhi feroci, occhi bambini’ di Giulia Toninelli (ed. DFG Lab). Partendo dalla tomba, nella città-giardino di Morumbi a San Paolo del Brasile e dal tragico incidente, avvenuto 30 anni fa nel circuito di Imola, il volume ripercorre a ritroso la storia del campione brasiliano. (ravennanotizie.it)

La notizia riportata su altri giornali

Sono passati trent’anni dal quel terribile week-end di Imola, passato alla storia come il peggior Gran Premio della storia, dove in tre giorni è successo e poteva succedere di tutto. Ad un certo punto non sembrava più una corsa automobilistica ma un bollettino di guerra e ad ogni giro ci si chiedeva se sarebbe successo qualcos’altro. (IlSudest)

Dopodomani di tre decenni fa ci lasciava il più talentuoso pilota automobilistico mai nato. Un ex ragazzo brasiliano, considerato eroe e chiamato “Magic”, che interpretava la guida come fosse un’arte istintiva. (Il Messaggero - Motori)

A 30 anni dalla scomparsa di Ayrton Senna, a Imola sono tante le iniziative per dedicare al campione brasiliano l'intera giornata. Programma fitto, dall'Autodromo a teatroo, anche in ricordo di Ronald Ratzenberger IMOLA PER SENNA E RATZENBERGER: IL PROGRAMMA DELLE INZIATIVE (Sky Sport)

E anche stavolta la firma è dell’artista pietrasantino Stefano Pierotti, che già allora aveva realizzato una scultura per Senna poi donata e posizionata all’altezza della maledetta curva del Tamburello, dove il pilota perse la vita a soli 34 anni. (LA NAZIONE)

Ma all’improvviso uno schianto terribile mise in pericolo la vita del pilota brasiliano Rubens Barrichello. Noi che c’eravamo, non potevamo nemmeno lontanamente immaginarlo. (Quotidiano Sportivo)

Tante generazioni hanno conosciuto, purtroppo anche tragicamente, la naia. La leva militare ha avuto anche una funzione sociale. Per molti giovani, la naia è stata la prima, a volte l’unica, occasione per uscire dal paese. (IlSudest)