Battaglione Azov, la madre del vicecomandante Kalyna: «Mio figlio non è un nazista. Ho il terrore che lo torturino»

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Comincia così il racconto di Lydia Vasylivna, 66 anni, madre del vicecomandante del battaglione Azov, Svyatoslav Palamar, detto Kalyna, ultimo a lasciare l’acciaieria di Mariupol.

«Non sono nazisti». La testimonianza di Lydia Vasylivna si sposta poi sul battaglione Azov e sulla matrice nazista attribuita ai suoi combattenti.

Fino a gennaio Kalyna viveva a Mariupol con sua moglie e suo figlio di cinque anni. (Open)

La notizia riportata su altri giornali

A chi le domanda se il figlio sia nazista, la donna replica:. A parlare in un’intervista al Corriere della Sera è Lydia Vasylivna, 66 anni, madre del 39enne Svyatoslav Palamar, detto Kalyna, vicecomandante del battaglione Azov che per ultimo ha lasciato le acciaierie di Mariupol. (L'HuffPost)

Grazie alla presenza dei miei uomini al fianco degli alleati russi e ai combattenti di Lugansk la pressione si sta facendo sempre più imponente Americani ed europei vi accusano di crimini di guerra per il vostro ruolo in questa guerra. (ilGiornale.it)

Prima di rispondere alle nostre domande, Lydia Vasylivna, 66 anni, vuole farci sapere chi è Svyatoslav Palamar detto Kalyna, il suo ragazzo di 39 anni, vicecomandante del battaglione Azov, ultimo a lasciare le acciaierie di Mariupol. (Corriere della Sera)

Adesso la madre teme per la sorte del figlio, ha paura che il figlio venga torturato Esordisce così Lydia Vasylivna, 66 anni, madre di Svyatoslav Palamar detto “Kalyna“, il vicecomandante del battaglione Azov che ha lasciato per ultimo le acciaierie di Mariupol. (Secolo d'Italia)

C’è un’idea sbagliata del battaglione Azov, frutto della propaganda russa: non sono nazisti, sono nazionalisti". Il ruolo del Battaglione Azov perché e quando il "presidente sarà costretto a lasciare". (Liberoquotidiano.it)

Lui lo sa ed è probabile che non s’illuda troppo: è entrato nel Reggimento Azov fin da quando prese vita nel 2014. di Francesco Battistini. Il capo dell’Azov portato via con un veicolo blindato speciale perché, dicono i russi, «la gente di Mariupol voleva ucciderlo». (Corriere della Sera)